venerdì 12 dicembre 2014

Brodino di fine anno

Si è conclusa la fase a gironi delle due coppe europee e, in un periodo di magra per il calcio olandese a livello di club, è già un notevole successo che non ci sia da riportare la notizia di squadre eliminate.
L'Ajax si conferma abbonato (quinta volta consecutiva!) al 3° posto del girone di Champions che finisce, secondo pronostico, con Barcellona e PSG troppo forti e lancieri capaci di lasciarsi alle spalle i ciprioti dell'Apoel.
In Europa League sorprende positivamente il Feyenoord che a Rotterdam si dimostra implacabile contro Standard, Rijeka e Siviglia, mentre la qualificazione del PSV, in un girone dominato dalla Dinamo Mosca, passa attraverso rocambolesche rimonte compiute (in casa di Panathinaikos ed Estoril) ma anche subite (ad Eindhoven dagli stessi greci).

domenica 16 novembre 2014

Olanda - Lettonia 6-0


In difesa Van der Wiel e Bruma sono preferiti a Van Rhijn e Veltman. Confermato Willems, come pure il tridente di centrocampisti proposti contro il Messico, la novità è l'impiego di Huntelaar assieme a Van Persie con Depay relegato in panchina. 
Stavolta gli dei del pallone sono più vicini all'Olanda che in altre occasioni e passa solo una manciata di minuti quando un'azione in velocità libera sulla destra Robben sul cui cross Van Persie coglie in controtempo il portiere per l'immediato vantaggio. La Lettonia non cambia quello che, anche senza gol subito, sarebbe stato il suo prevedibile atteggiamento e riesce a passare una buona mezz'ora senza concedere molto di più del possesso palla. Nel frattempo Blind deve lasciare il posto a Clasie, senza dubbio più adatto al ruolo di costruttore. Sarà un caso ma nel finale di tempo l'Olanda aumenta la sua pericolosità e finisce per chiudere definitivamente i conti andando a segno prima con Robben che, da appena fuori area, centra il bersaglio con un sinistro dalla traiettoria velenosa,  e poi con Huntelaar, bravo a farsi trovare pronto sottoporta su un centro rasoterra di Afellay.
L'intervallo sembra togliere agli olandesi ogni minima verve e la ripresa si trascina a bassi ritmi tanto che Hiddink può permettersi pure le 4 punte quando sostituisce Afellay con Depay. De Vrij riesce nell'impresa di farsi ammonire anche se il reparto offensivo lettone è inesistente ma ci pensa Bruma a far rivalutare i difensori avventandosi su un angolo di Sneijder spizzato da Van Persie e firmando il poker. Il pubblico si sveglia dal torpore e riprende ad incitare. Robben e Huntelaar lo ripagano andando entrambi a segno per la seconda volta: Robben con una reta in fotocopia alla prima anche se stavolta il tiro è indirizzato sul primo palo, Huntelaar raccogliendo nel migliore dei modi una verticalizzazione di Clasie prima di fulminare il portiere dall'altezza del dischetto.
Può bastare così. La missioncina è compiuta e, anche se non era quella che poteva dare le risposte che contano, permetterà ad Hiddink di restare in sella. Se sia stato un bene o un male ce lo dirà l'anno nuovo.

mercoledì 12 novembre 2014

Olanda - Messico 2-3


Peccato! Se si eccettua la presenza di Blind, inserito nel ruolo di de Jong senza avere la minima capacità di interdizione, questa formazione non mi dispiaceva affatto. E' comunque una differenza non da poco, considerata la scelta del 4-3-3 e di quanto sia delicato in questo modulo il ruolo del centrocampista centrale.
Hanno una chance importante Krul, Van Rhijn, Veltman, Willems e, soprattutto Huntelaar che purtroppo se la giocherà malissimo sbagliando lo sbagliabile sottoporta e finendo per fare un gradito regalo a Van Persie, per l'occasione risparmiato.
L'Olanda sembra motivata e desiderosa di far bene ma al Messico occorrono meno di dieci minuti per metterla di fronte all'attuale, ben nota, realtà: con il 4-3-3 e per di più senza incontristi, la difesa non è sufficientemente protetta e va in ambasce ogni qual volta gli avversari entrano in possesso di palla nella metacampo olandese. E' appena l'ottavo quando Vela ringrazia per gli spazi concessi alla prima ripartenza messicana e insacca la rete del vantaggio con un gran tiro dai venti metri. Il tentativo di reazione degli olandesi è flebile e confusionario con Afellay completamente avulso dalla manovra, Sneijder troppo statico e Depay irritante nel suo individualismo. Solo nel finale di frazione si riesce a portare qualche pericolo alla porta messicana con Robben e Huntelaar che mancano però di precisione nel momento di concludere.
L'Olanda comincia avanti anche la ripresa e dopo pochi minuti raccoglie i frutti della pressione con un gran gol di Sneijder che dai 25 metri trova l'incrocio dei pali con una conclusione potente. C'è ora voglia di continuare a schiacciare gli avversari ma contenere le ripartenze messicane è sempre problematico. In una di queste Corona salta in velocità Blind prima di servire Vela sul cui diagonale non irresistibile Krul pasticcia concedendo il nuovo vantaggio agli ospiti. Con l'Olanda sbilanciata il Messico cala anche il tris grazie a Guardado che nelle praterie della metacampo olandese verticalizza per Hernandez che, tenuto in gioco da un disattento de Vrij (era subentrato all'infortunato Vlaar), salta anche Krul prima di depositare la palla nella porta sguarnita. I fischi si abbattono sull'Amsterdam Arena ma vengono subito attutiti dalla rete del 2-3 che Blind trova con una colnclusione dalla distanza resa imparabile dalla deviazione di un difensore. Nel finale l'Olanda si dimostra volenterosa ma i suoi sforzi vengono vanificati da un Huntelaar decisamente non in giornata e da Ochoa che compie su Promes la più difficile parata della serata.

martedì 11 novembre 2014

Viva Mexico!

Siccome nessuno in Olanda sembra accorgersi di tutte le insensatezze e i macroscopici errori commessi da Hiddink in sole 4 gare, c'è proprio da sperare che nell'amichevole in programma domani ad Amsterdam il Messico ci rifili una solenne lezione.
E' l'avversario giusto per farlo: è una buona squadra, ha ancora il dente avvelenato per l'eliminazione ai Mondiali e l'eventuale sconfitta non avrebbe ripercussioni nel cammino Europeo ma aprirebbe semmai gli occhi a qualche osservatore disattento.
Hiddink dal canto suo si è detto pronto a dimettersi in caso di mancato successo nella gara di domenica contro la Lettonia. Bello sforzo! Avesse voluto dimostrare di avere carattere e non essere troppo affezionato al vil denaro, le sue dimissioni sarebbero arrivate in Federazione già dopo l'oscena prestazione contro l'Islanda.
E' invece probabile che si riuscirà a spezzare le reni alla temibilissima Lettonia e si andrà avanti con questo pensionato bollito rischiando fortemente di fallire le qualificazioni più facili della storia degli Europei. A meno che non ci dia una mano il Messico...

Sul fronte formazione si preannuncia pesante l'assenza di de Jong, fermato da un infortunio muscolare così come Klaassen. Assente anche Martins Indi (ma questa è una buona notizia), si rivedrà Vlaar, alla prima uscita dopo i Mondiali.

martedì 14 ottobre 2014

Pioggia sul bagnato

In un momento decisamente negativo per il calcio olandese, sia a livello di club che di nazionale maggiore, non fa purtroppo eccezione l'Under-21 che, perdendo lo spareggio per l'ammissione alla fase finale dell'Europeo 2015, vede in un colpo solo svanire anche l'Olimpiade dell'anno successivo.
E' curioso notare come anche in questo ennesimo flop ci sia lo zampino sia di Hiddink che di Van Gaal. Il primo ha tolto alla squadra diversi giocatori importanti (Promes, Klaassen, Van Dijk) senza che avesse serie intenzioni di utilizzarli. Il secondo in luglio aveva voluto Stuivenberg, allora allenatore dell'Under, come assistente al Manchester United. Da allora si è rotto qualcosa all'interno della Jong Oranje che, sotto la guida del nuovo CT Adrie Koster, pur già qualificata alla fase successiva, perdeva le ultime due gare casalinghe del girone finendo per complicarsi la vita in sede di sorteggio del playoff.
Ed infatti contro il temibile Portogallo (8 vittorie su 8 nel suo girone) non c'è stata proprio storia con i lusitani capaci di imporsi prima ad Alkmaar (0-2) e poi in casa (5-4) in una partita giocata da entrambe le squadre a viso aperto ma nella quale l'Olanda non è mai stata minimamente vicina a cullare speranze di ribaltone.

lunedì 13 ottobre 2014

Islanda - Olanda 2-0


La scadente prestazione contro il Kazakistan dev'essere piaciuta molto a Hiddink che conferma in blocco gli undici di partenza.
L'Islanda lascia da subito l'iniziativa agli avversari con il chiaro intento di giocarsi le sue chances in contropiede ma l'Olanda non riesce ad andare oltre una fitta rete di passaggi in orizzontale. Sembrerebbe una partita tatticamente bloccata ma al decimo minuto de Vrij pensa bene di atterrare Bjarnason all'interno dell'area con un intervento tanto goffo quanto inutile, consentendo a Sigurdsson di portare avanti i suoi con il rigore conseguente. La reazione olandese è invisibile, figlia di centrocampisti senza idee e attaccanti perennemente incapaci di vincere un duello col diretto avversario. Robben, considerato a ragione l'elemento più pericoloso, è guardato a vista da due, tre avversari ma è comunque l'unico a tentare di dare qualche segno di vita. Una sua bella giocata ispira Van Persie la cui conclusione in diagonale è però deviata dal portiere. Passano pochi minuti e lo stesso Robben, ben servito stavolta da un cross di Blind, spreca, mandando a lato di testa, la migliore occasione per pareggiare. Sono invece i padroni di casa a colpire ancora 3 minuti prima dell'intervallo quando, in seguito a un batti e ribatti susseguente ad angolo, Sigurdsson trova la doppietta personale con una pregevole volée.
A inizio ripresa Hiddink inserisce Huntelaar non togliendo però, come sarebbe stato logico, de Jong o un difensore ma Sneijder, finendo così per eliminare ogni raccordo tra il reparto offensivo e il resto della squadra. Il risultato è un continuo possesso palla sempre più sterile senza verticalizzazioni, accelerazioni e palle giocabili per gli attaccanti. In tutto il secondo tempo un colpo di testa finito alto di Huntelaar in mischia rimane la conclusione più pericolosa verso la porta dei padroni di casa che invece sfiorano la terza segnatura in più di un'occasione partendo in velocità una volta recuperata palla. 
La sconfitta ampiamente prevista diventa reale e anche chi in federazione, si era, sino ad ora, tappato occhi e naso, dovrà assumersi le sue responsabilità: mantenendo questo CT visibilmente demotivato, privo di grinta e personalità per imporsi sui giocatori, incapace di dare alla squadra una minima parvenza di gioco, si rischierà di fallire la qualificazione più facile (pure la terza classificata avrà possibilità) nella storia dei tornei riservati alle nazionali.

venerdì 10 ottobre 2014

Olanda - Kazakistan 3-1


Sono due le novità rispetto alle previsioni: una forzata con Van der Wiel che prende il posto dell'infortunato Janmaat, una per scelta tecnica con Afellay preferito a Wijnaldum.
Sarà un caso ma l'unico a cercare di dare un po' di brio al gioco olandese è proprio il nuovo innesto Afellay. Per il resto la solita, scontata manovra lenta e prevedibile, le solite lacune individuali che ormai sono stanco di ripetere e, come ovvio risultato, pochissime possibilità di rendersi pericolosi contro una difesa folta e attenta. Nell'unica occasione ospite poi (niente di che, solo un calcio d'angolo), Martins Indi (ma guarda un po'!) si perde Abdulin il cui colpo di testa vale il vantaggio kazako al quarto d'ora.
A dimostrazione della pochezza dell'impianto olandese, l'unico tentativo di risposta in tutta la prima frazione è una conclusione debole di Van Persie da una posizione dalla quale si poteva decisamente fare meglio.
Il secondo tempo comincia a dire qualcosa di più solo quando Hiddink si decide a inserire Huntelaar a scapito di de Jong, non tra i peggiori ma inutile nel suo ruolo di frangiflutti quando di flutti non ce ne sono. A Hunter bastano infatti pochi minuti per fare centro di testa su cross dalla destra di Afellay. La pressione olandese aumenta e il Kazakistan si complica fatalmente la vita quando uno scriteriato intervento di Dzholchiev sul solito Afellay gli costa il cartellino rosso. Si gioca a una porta ma le nitide occasioni da rete si riducono a una traversa colpita da Robben su punizione e a un diagonale a lato di Van Persie che provoca una scaramuccia tra lui ed Huntelaar che gli rinfaccia il mancato assist. Siamo già negli ultimi 10 minuti quando, dopo un batti e ribatti in area kazaka, la palla finisce sui piedi di Afellay la cui conclusione dal limite trova la deviazione di un difensore prima di depositarsi all'angolino. Rimane il tempo a Van Persie di procurarsi un rigore, realizzarlo e aumentare la serie dei suoi gol inutili, e a Robben di fallire il poker a tu per tu col portiere.

Lunedì a Reykjavik, contro un'Islanda in forma e a punteggio pieno, la stessa Olanda imbottita di bolliti (Van Persie, Lens, Sneijder) e sopravvalutati (Martins Indi, Blind, de Vrij) farà molta, molta fatica.

giovedì 9 ottobre 2014

Prosegue il conservatorismo

Dati alla mano, chiunque avrebbe potuto fare, se non meglio, di certo non peggio, il lavoro per il quale Hiddink è lautamente remunerato. Due partite e due sconfitte nelle quali ha completamente sbagliato il modulo senza essere in grado di proporre qualcosa di nuovo.
Il trend sembra non cambiare leggendo le convocazioni per le partite contro Kazakistan (domani ad Amsterdam) e Islanda. Qualche faccia nuova (Promes, Bruma, Van Dijk) è presente solo per defezioni dovute ad infortuni (ai lungodegenti Vlaar e Van der Vaart si è aggiunto Depay) oltre al ritiro dalla Nazionale di Kuyt.
Se non altro, almeno nel primo match, sarà difficile sbagliare modulo visto che contro i kazaki neppure il più addormentato degli allenatori schiererebbe 5 difensori. E' allora pressoché scontato lo stesso 4-3-3 proposto contro l'Italia con il rientrante Robben al posto di Kuyt. L'unico dubbio potrebbe essere l'utilizzo o meno di Lens ma non sembra che con Hiddink le sorprese siano all'ordine del giorno.
Come con Van Gaal tutto il peso dell'attacco sarà ancora una volta su Robben ma attenzione pure a Van Persie che contro gli avversari di basso livello ha costruito la sua fama di bomber.

martedì 9 settembre 2014

Repubblica Ceca - Olanda 2-1


Gli unici a pagare la brutta sconfitta di Bari sono Kuyt e Lens, sostituiti da Veltman e Depay. Si ritorna dunque al 5-3-2 di vangaaliana memoria senza che la forza dell'avversario in questa occasione lo giustifichi.
L'inizio gara è molto equilibrato con l'Olanda che evidenzia difficoltà a fare arrivare la palla ai suoi attaccanti e i padroni di casa che si dimostrano lesti a ripartire ogni volta che ne hanno l'occasione. Il gioco ristagna quasi sempre a centrocampo fino al 22esimo quando Lafata, seppure contrastato da Martins Indi, riesce a controllare un non facile pallone al centro dell'area e a servirlo a Dockal che dal limite indovina un gran tiro che non lascia scampo a Cillessen. L'Olanda ha subito l'occasione del pari ma Wijnaldum, solo davanti a Cech, non riesce a trovare la giusta coordinazione. Dopo una fase caratterizzata da pochi lampi e molti errori, a 7 minuti dall'intervallo, Hiddink ritorna sui suoi passi sostituendo Veltman con Narsingh e passando al classico 4-3-3. Sarà un caso ma nell'esiguo lasso di tempo che resta da giocare l'Olanda riesce a creare i due maggiori pericoli della prima frazione: prima Depay si libera sulla sinistra e lascia partire una conclusione sulla quale Cech si salva con qualche affanno, poi, dopo un'iniziativa di Wijnaldum sulla destra, Van Persie tocca per Narsingh che, solo davanti al portiere, non trova il tempo giusto per battere a rete.
L'Olanda comincia la ripresa allo stesso buon ritmo con il quale aveva concluso il primo tempo e, favorita anche dall'atteggiamento per nulla difensivistico dei cechi, trova subito buone trame di gioco in velocità. Il giusto premio non tarda ad arrivare e al 55esimo, dopo un'azione insistita sulla destra, de Vrij spedisce di testa in rete un cross di Blind. Gli olandesi continuano a spingere facendo leva soprattutto sulla vivacità di Depay ma si espongono anche a pericolosi contropiede e tuttavia nessuna delle due squadre riesce a creare serie situazioni da rete. Per vedere una conclusione nello specchio della porta bisogna aspettare di entrare nell'ultimo quarto d'ora quando un colpo di testa del solito Depay è ben parato da Cech. Il pareggio rimane tutt'altro che scontato visto che entrambe le squadre provano in ogni occasione a superarsi e l'equilibrio viene infine rotto in pieno recupero quando Janmaat, invece di spazzare, pensa bene di appoggiare al portiere un cross insidioso dalla destra. La palla colpisce il palo e Pilar non ha difficoltà a metterla dentro decretando una sconfitta che stavolta non si può dire meritata.
Una nota di merito per de Jong, fondamentale in fase di interdizione e pure di costruzione, di demerito per Sneijder e Van Persie che non hanno lesinato impegno ma hanno commesso un'infinità di errori. Probabilmente la nuova Olanda avrebbe potuto e dovuto fare a meno di loro.

giovedì 4 settembre 2014

Italia - Olanda 2-0


Van Gaal ha perso il mondiale per avere puntato sugli uomini sbagliati (Van Persie su tutti) ma, a sue spese (vedasi a proposito amichevoli contro Germania e Francia), una cosa l'aveva capita: contro avversari di valore la sua Olanda, troppo fragile a livello difensivo, non poteva permettersi il 4-3-3. 
Hiddink alla sua prima uscita dimostra invece di non aver capito un bel niente e, dopo avere scelto gli stessi giocatori di Van Gaal, ripropone il 4-3-3 togliendo un centrale difensivo (Vlaar) per Janmaat e spostando Kuyt sulla linea degli attaccanti dove Lens sostituisce l'infortunato Robben.
Ora, caro Hiddink, se scegli gli stessi uomini del tuo predecessore e proponi un modulo diverso o ritieni lui un imbecille o sei un imbecille tu stesso. Purtroppo per te sono sufficienti 10 minuti di gioco ad avallare la seconda opzione, lasso di tempo nel quale l'Italia affonda nella difesa olandese con una facilità irrisoria che non avrebbe trovato neppure contro un avversario di Lega Pro. Il copione è banale: palla italiana al centro del campo, lancio in verticale e centrali olandesi fatti fuori per una nitida occasione da rete. In questo modo fa centro Immobile e si guadagna un rigore Zaza (nell'occasione pure espulso un disastroso, ma si sapeva!, Martins Indi) che di lì a poco fallisce pure il tris calciando a botta sicura sul corpo di Cillessen.
Partita praticamente finita e restanti 80 minuti passati dai giocatori a trotterellare sul campo e da me a chiedermi il perché di scelte così assurde.
Ma non dovrebbero essere le amichevoli a fornire l'occasione per provare nuovi giocatori?
E' per diritto divino che Cillessen è il portiere titolare?
Come può Martins Indi essere ancora nel giro della nazionale?
Willems, Kongolo e Van Aanholt sono peggiori di Blind? 
Come mai è stato convocato Wijnaldum e non Maher che sta facendo molto meglio di lui? 
A che pro rivedere Lens e Kuyt come ali?
Come mai l'attaccante più in forma, Depay, non ha giocato?
Perché Van Persie è intoccabile?
E forse la più importante di tutte: perché Hiddink, se non gliene frega nulla, ha accettato di diventare CT?

domenica 31 agosto 2014

Nel segno della continuità

Almeno a  livello di convocazioni non si può certo dire che Hiddink abbia voluto da subito dare la sua impronta alla nazionale. Basti pensare che dei 23 del mondiale brasiliano non sono presenti solo nomi di secondo piano come Vorm, Kongolo e de Guzman. Agli altri 20 si sono aggiunti Pieters e Van der Vaart che Van Gaal non aveva potuto convocare in quanto infortunati e, uniche vere novità, Klaassen e Afellay, oltre al portiere Zoet.
L'amichevole in programma giovedì a Bari contro l'Italia, oltre a dirci se anche la formazione sarà la stessa di Van Gaal, sarà soprattutto un ottimo banco di prova in vista del match di Praga che segna l'esordio nelle qualificazioni ai campionati europei in casa dell'avversario probabilmente più temibile del girone.

venerdì 29 agosto 2014

Mediocrità confermata

Scrivevo esattamente un anno fa di quanto poco rosee fossero le prospettive del calcio olandese a livello di coppe europee. Allora appena due squadre si erano guadagnate l'accesso alla fase a gironi dell'Europa League. Quest'anno solo una rete a tempo abbondantemente scaduto di Elvis Manu ha permesso di ottenere lo stesso, deludente risultato. Il giovane centrocampista del Feyenoord ha infatti permesso ai compagni di superare 4-3 (andata 0-0, 3-0 dopo un'ora di gioco nel ritorno) gli ucraini dello Zorya, evitando a Rutten la seconda eliminazione stagionale dopo quella patita contro il Besiktas nel preliminare di Champions.
L'altra squadra a sorridere è il PSV che, dopo la vittoria di misura nella gara di andata contro il Soligorsk, soffre in Bielorussia fino ai minuti finali nei quali Depay trova la doppietta.
Disco rosso invece per il PEC che, secondo pronostico, cede allo Sparta Praga e per il Twente, clamorosamente incapace di andare oltre l'1-1 casalingo contro gli Azeri del Karabakh, oltre che per il Groningen del quale si erano già perse le tracce ad Aberdeen nel secondo turno preliminare.

domenica 13 luglio 2014

Brasile - Olanda 0-3


Il confermato 5-3-2 deve fare a meno, oltre che di de Jong, anche di Sneijder, infortunatosi nel riscaldamento. A centrocampo De Guzman e Wijnaldum sono allora schierati ai lati di Clasie.
Non passano nemmeno 2 minuti che Robben, ben imbeccato da Van Persie, va via in velocità a Thiago Silva che lo ferma fallosamente al limite dell'area. L'arbitro concede il rigore (ma sarebbe stata più giusta l'espulsione) che Van Persie trasforma dando subito un duro colpo alle speranze dei brasiliani di rifarsi dopo l'umiliante 1-7 patito in semifinale. E il Brasile dà infatti l'impressione di essere una squadra psicologicamente a terra che prova sì a reagire ma in modo sconclusionato, disordinato, senza la minima disciplina tattica. La riprova di questo stato confusionale la fornisce David Luiz che intorno al quarto d'ora non trova di meglio che respingere un cross di De Guzman al centro dell'area di rigore. Blind ha tutto il tempo di stoppare e aggiustarsi il tiro prima di insaccare  la rete del raddoppio. Per l'Olanda difensivamente solida vista in questo mondiale è già più che sufficiente. Il Brasile attacca con molto cuore e poca testa ma, ad eccezione di Oscar, sembra che nessuno sia in grado di impensierire la retroguardia olandese. Cillessen rimane inoperoso come del resto il suo collega Julio Cesar, anche se stavolta Wijnaldum è più propositivo, Van Persie più sveglio e Robben una continua minaccia. Vlaar, de Vrij e nell'occasione pure Blind, fanno un figurone al cospetto dei demoralizzati avversari e la gara si trascina tra molti errori e poche emozioni con l'ultima che arriva in pieno recupero grazie a Wijnaldum che finalizza nel migliore dei modi una combinazione Robben-Janmaat e scrive i titoli di coda di questo mondiale orange.


sabato 12 luglio 2014

La finale inutile

E' quella del 3°/4° posto che vedrà Olanda e Brasile sfidarsi con l'unico scopo di attenuare la delusione patita nelle rispettive semifinali. Uno scopo che, per quanto mi riguarda, non sarà raggiunto nemmeno in caso di vittoria.
Non faccio parte infatti di quella schiera di perdenti cronici soddisfatti per il fatto di essere arrivati tra le prime 4 al mondo. L'occasione era troppo ghiotta e il modo in cui la si è gettata al vento, in cui Van Gaal l'ha gettata al vento, è davvero imperdonabile.
Oddio, non posso dire che con Krul, Clasie ed Huntelaar in campo dall'inizio al posto di Cillessen (mai parato un rigore in vita sua), de Jong (condizione fisica precaria dopo l'infortunio) e Van Persie (condizione fisica disastrosa in tutto il torneo) si sarebbe senz'altro vinto. Di sicuro però ci sarebbero stati meno rimpianti. In questi casi non averne è spesso sufficiente per consolarsi.
D'altronde quello che ha scritto un utente in un blog di tifosi olandesi “Sometimes I understand why Holland never win anything, maybe it’s just in the genes of dutch people to be losers” sembra essere davvero la verità. E' questione di mentalità e chi è abituato a perdere continuerà inevitabilmente a perdere senza nemmeno prendersela troppo.

giovedì 10 luglio 2014

Olanda - Argentina 0-0 (2-4 dopo rig.)


De Jong è ristabilito a tempo di record e sia la formazione che il modulo sono per una volta quelli che mi aspettavo: un 5-3-2 con obiettivo non prenderle.
L'obiettivo è condiviso dall'Argentina ed è quindi normale che la gara risulti da subito molto bloccata e giocata quasi esclusivamente a centrocampo. La principale direttiva impartita dai tecnici sembra essere quella di non concedere ripartenze ed entrambe le squadre riescono nell'intento mantenendo molti uomini nella trequarti difensiva e mandandone all'attacco pochissimi per volta. A difese schierate nessuno riesce a sfondare ed è quindi consequenziale che non si assista a tiri in porta. In tutta la prima frazione solo una punizione dal limite di Messi che un attento Cillessen non ha difficoltà a bloccare.
A inizio ripresa Janmaat prende il posto di un acciaccato Martins Indi. Kuyt cambia fascia e Blind va a fare il terzo centrale difensivo. Non cambia però l'atteggiamento delle squadre in campo e la partita si trascina stancamente a ritmi bassissimi. De Jong deve alzare bandiera bianca intorno all'ora di gioco (ma era proprio il caso di schierarlo bruciandosi una sostituzione?) e viene rilevato da Clasie. L'Olanda sembra trarre giovamento dal cambio e riesce ad alzare il baricentro senza tuttavia essere in grado di creare qualche pericolo a causa dei troppi errori commessi negli ultimi 30 metri. L'Argentina fa ancora meno rinunciando al possesso palla in favore degli olandesi e limitandosi ad un'attenta fase difensiva. Per aspettare di vivere un'emozione bisogna attendere il 75esimo quando Higuain, ben imbeccato dalla destra, fa gridare al gol con una conclusione che invece sfiora il palo (nell'occasione il guardalinee segnala pure un fuorigioco che non c'è). L'Olanda risponde con i supplementari ormai alle porte creando la sua prima occasione da rete con una combinazione in verticale Kuyt-Sneijder-Robben. La conclusione di quest'ultimo è però contrata da Mascherano, il migliore dei suoi.
Bisogna aspettare il minuto 98 per assistere al primo intervento di Romero ma il tiro di Robben non è niente di più che una telefonata. E' invece l'Argentina ad avere la più ghiotta occasione dei supplementari con Palacio che, solo davanti a Cillessen, non trova di meglio che tentare di superarlo con un colpo di testa fiacco. Altrettanto debole è, di lì a poco, la conclusione al volo di Maxi Rodriguez che fa calare il sipario su una brutta partita e lo apre sui rigori.
La sostituzione di Huntelaar con lo zombie Van Persie nel corso dei supplementari rende stavolta impossibile l'ingresso di Krul. Tocca a Cillessen, incapace di neutralizzare un solo rigore in Eredivisie. Non si smentisce e tutti gli argentini fanno centro mentre Vlaar e Sneijder si fanno ribattare la conclusione da Romero sancendo un'eliminazione che Van Gaal si è cercato in tutti i modi.


I miei voti:

Cillessen: 6,5. Attento nelle poche occasioni in cui viene chiamato in causa, se la cava egregiamente anche in fase di disimpegno.
Kuyt: 5,5. Si sacrifica con buoni risultati nella fase difensiva, prima a destra e poi a sinistra, ma commette troppi errori di misura nella metacampo avversaria.
de Vrij: 7. Prestazione solida nella quale evidenzia pure una maggiore sicurezza.
Vlaar: 8. Un solo errore a inizio gara e poi una miriade di anticipi e chiusure.
Martins Indi: 5,5. E' disciplinato più che in altre occasioni ma ancora troppo in difficoltà sulle accelerazioni degli avversari.
Blind: 6. Comincia malissimo perdendosi Lavezzi in un paio di occasioni e rimanendo titubante in fase di impostazione. Molto meglio nel secondo tempo come centrale.
Wijnaldum: 5,5. Non va male come interditore ma, ancora una volta, denota limiti di personalità e di visione di gioco con la palla tra i piedi non riuscendo mai a supportare gli attaccanti.
de Jong: 6. Svolge il suo compito con diligenza e con la consueta grinta senza tuttavia riuscire ad emergere.
Sneijder: 5,5. Anche per lui, come per Kuyt, il grosso lavoro svolto in fase di interdizione, finisce per togliergli lucidità a ridosso dell'area avversaria.
Robben: 5. Gli argentini non gli lasciano quegli spazi di cui necessita per le sue giocate. Si trova l'avversario di turno sempre troppo vicino e non riesce mai a superarlo.
Van Persie: 4. Van Gaal non gli fa un piacere schierandolo in condizioni fisiche a dir poco scadenti. Di lui mi ricorderò solo gli ampi gesti con cui reclama il passaggio pur trovandosi metri in fuorigioco. Sta in campo 95 minuti di troppo.

Janmaat: 6. Riesce spesso a far salire la squadra sulla sua fascia di competenza. Diversi errori in impostazione ma anche qualche buona chiusura.
Clasie: 6. Dà al centrocampo geometria e rapidità anche se rimane un po' troppo scolastico facendo sempre la cosa scontata.
Huntelaar: 6. Può fare solo la sponda ai compagni ma, a differenza di Van Persie, ci riesce in più di un'occasione.

martedì 8 luglio 2014

La maschera dei risultati

Un vecchio detto sostiene che chi vince abbia sempre ragione. Succede allora che Van Gaal sia considerato geniale e principale artefice della qualificazione alle semifinali solo per avere sostituito Cillessen con Krul in vista dei calci di rigore contro il Costarica. Sarei curioso di sapere come lo considererebbero le stesse persone che lo inneggiano se proprio Cillessen non avesse salvato lui e l'Olanda a un minuto dalla fine dei supplementari. Avrebbero probabilmente evidenziato tutti i suoi numerosi errori, caduti puntualmente nel dimenticatoio una volta che il risultato gli ha sorriso. 
Io però ho buona memoria e mi piacerebbe discorrere con il "master of tactician" sul perché abbia proposto un 3-4-3 mai provato prima, nemmeno in amichevole, al quale i giocatori non erano evidentemente preparati; gli chiederei lumi sull'intoccabilità di Blind, sul non utilizzo di Clasie, sull'impiego dall'inizio di Depay, sull'aver tenuto in campo sino al termine il fantasma di Van Persie. Una serie di decisioni che giudico insensate, figlie di estrema confusione mentale e per colpa delle quali si è fortemente rischiato l'eliminazione (contro il Costarica!, seppure ora si tenti di farlo passare per squadrone). Ma già... chi vince ha sempre ragione e auguro a Van Gaal di continuare ad averla anche in semifinale. 

Ad attenderci ci sarà l'Argentina contro la quale ritengo che l'impianto tattico dell'Olanda sarà molto più prevedibile. Van Gaal infatti cominciò a pensare al 5-3-2 non tanto dopo l'infortunio di Strootman ma dopo le sberle prese nell'amichevole di Parigi. Vista la fragilità dei difensori olandesi fu una scelta saggia quella di provare a proteggerli maggiormente contro avversari di grande livello. Contro la Spagna è andata bene e anche l'Argentina fa chiaramente parte di quel ristretto novero di squadre, così come il Brasile e la Germania. Credo allora che sarà lo stesso 5-3-2 della gara di esordio con Kuyt e Wijnaldum al posto di Janmaat e De Guzman. Resta l'incognita de Jong che alcune fonti ipotizzano potrebbe farcela. Se non fosse così sono rassegnato a vedere Blind nel suo ruolo con probabile spostamento di Kuyt a sinistra e il ritorno di Janmaat a destra.

domenica 6 luglio 2014

Olanda - Costarica 0-0 (4-3 dopo rig.)


Mi preoccupavo per come Van Gaal avrebbe sostituto de Jong e lui che fa? Non lo sostituisce. Cambia direttamente modulo e propone un inedito 3-4-3 con a centrocampo, da destra a sinistra, Kuyt, Wijnaldum, Sneijder e Blind. Depay ha la sua occasione dall'inizio schierato come ala sinistra. 
Il modulo più offensivo serve a ben poco se non si riesce a far pervenire la palla agli attaccanti e appaiono subito chiari i problemi olandesi nella costruzione del gioco. I 3 difensori centrali sono al limite dell'imbarazzo con la palla tra i piedi, Wijnaldum e Blind danno conferma di scarsa personalità limitandosi sempre ad appoggi al compagno più vicino. Gli unici a provarci sono Kuyt, che sulla fascia di competenza duetta spesso con Robben, e Sneijder con lanci in profondità. Se poi si riesce ad avanzare ci pensa quasi sempre Van Persie a vanificare il tutto con stupidi falli sul diretto avversario o  finendo in fuorigioco. E' insomma quasi meglio che la palla ce l'abbiano gli avversari in modo da potersi rendere pericolosi con qualche, eventuale, ripartenza. Proprio in questo modo si riesce a pungere per la prima volta poco dopo il 20esimo con una bella intuizione di Kuyt per Depay che assiste Van Persie la cui conclusione è respinta da Navas. Passano pochi minuti e sugli sviluppi di un'altra azione in velocità dopo palla recuperata è stavolta Van Persie a servire Depay ma il suo diagonale ha lo stesso esito. Il Costarica si dimostra molto attento e ben messo in campo e, pur rinunciando quasi completamente alla fase offensiva, tutto quello che concede nel resto di prima frazione è una punizione calciata ottimamente da Sneijder e altrettanto ottimamente neutralizzata da Navas.


Non cambia nulla nella ripresa nella quale l'Olanda mantiene costantemente il possesso palla senza però riuscire ad affondare. La manovra è lenta, il movimento senza palla assente e il solo Robben, come al solito, è in grado di portare qualche momento di scompiglio. Van Gaal sostituisce Depay, piuttosto fumoso ma per nulla coadiuvato da Blind sulla sua fascia, con Lens che si farà notare solo per finire costantemente in off-side. La gara si trascina stancamente, almeno fino ai 10 minuti finali nei quali, come già nelle ultime gare, si fa molto di più che nei precedenti 80. Sneijder accende la miccia con una punizione dai 25 metri che si stampa sul palo, Van Persie trova l'opposizione di Navas dopo un diagonale in mischia prima di divorarsi letteralmente il gol dopo un assist al bacio di Sneijder. Nel recupero ancora Van Persie ha sui piedi la palla buona dopo un batti e ribatti ma la conclusione è deviata sul palo da Tejeda appostato sulla linea di porta.
Si va allora ai supplementari che cominciano con Huntelaar al posto di Martins Indi e con un'Olanda che appare decisa a continuare il forcing. Un buon colpo di testa di Vlaar su angolo al quale Navas è ancora bravo ad opporsi è però l'unico pericolo serio che si riesce a portare alla porta avversaria. Con le squadre più allungate dovrebbero fioccare le occasioni ma Van Persie e Lens fanno a gara a chi perde più palloni e pure Huntelaar si distingue solo per qualche inutile fallo in attacco. E' invece il Costarica a rendersi pericolosissimo con un'azione insistita di Urena che si beve mezza difesa olandese prima di vedersi la conclusione neutralizzata da Cillessen. Sul ribaltamento di fronte Sneijder, con una stupenda conclusione da fuori area, centra la traversa che sancisce i calci di rigore non prima che Van Gaal trovi modo di sorprendere inserendo Krul al posto di Cillessen.
La mossa è azzeccata perché il portiere del Newcastle para in modo egregio 2 rigori su 5. Più che sufficiente visto che Van Persie, Robben, Sneijder e Kuyt calciano i loro in modo perfetto.



I miei voti:

Cillessen: 7. Viene chiamato seriamente in causa solo al termine del secondo supplementare ma la sua è una parata decisiva.
Vlaar: 6. Ritorna sugli usuali livelli di attenzione e concretezza sfoderando diverse buone chiusure.
de Vrij: 5. Perennemente incerto sul da farsi, patisce oltremisura ogni uno contro uno.
Martins Indi: 4. Oltre a qualità tecniche discutibili mette in ogni intervento un'irruenza pericolosa che potrebbe costare pure un rigore. Dai tempi di de Kock non vedevo un difensore così scarso.
Blind: 4. In difesa è un birillo, in attacco si rifiuta di avanzare anche quando ha davanti praterie. Un coniglio ha più personalità di lui.
Wijnaldum: 4,5. Di centrocampisti che abbiano come unica caratteristica la capacità di passare la palla solo ai propri difensori se ne troverebbero a bizzeffe anche nelle leghe minori.
Kuyt: 6. Sulla sua fascia di competenza prova spesso a salire. I risultati sono alterni ma ci mette sempre il massimo dell'impegno.
Sneijder: 7. Uno dei pochi a proporsi per ricevere palla, cerca costantemente e con buoni risultati la profondità. Tre conclusioni di livello assoluto e due legni colpiti.
Robben: 7. Costante minaccia per la difesa avversaria che deve ricorrere al fallo in diverse occasioni. Si dimentica un po' troppo spesso dei compagni ma è lampante come sia solo da qualche sua invenzione che ci si possa aspettare qualcosa.
Van Persie: 4,5. Non so se sia svogliatezza o condizione fisica scadente ma, tranne un buon assist per Depay, ogni palla che gli arriva è persa. Indisponente poi a trovarsi perennemente in fuori gioco.
Depay: 5. Come temevo, partire dall'inizio è tutta un'altra cosa. Prova le sue solite giocate in velocità senza avere mai la meglio sui diretti avversari.

Lens: 5. Negli intenti di Van Gaal dovrebbe dare maggiore profondità alla squadra ma regala solo imprecisioni varie e nessuna giocata di rilievo.
Huntelaar: 5. Mi infastidisce vedere inutili falli in attacco contro giocatori che non aspettano altro che perdere tempo. Sono le uniche cose che fa.
Krul: 8. Svolge nel migliore dei modi il suo compito parando due rigori, il secondo calciato pure molto bene.

giovedì 3 luglio 2014

Sostituire de Jong: un rompicapo per Van Gaal

A separare l'Olanda da un'altra semifinale mondiale è rimasto il Costarica, squadra di onesti lavoratori, impostata sulla corsa, che affida le sue speranze alle giocate di una vecchia conoscenza del calcio olandese, Ruiz, e del talentuoso giovane centravanti Campbell. Appare francamente un po' poco per potere rappresentare un grosso ostacolo. Tutto dipenderà allora dall'atteggiamento con cui gli olandesi affronteranno la partita, un atteggiamento che mi auguro più propositivo e meno attendista, tanto più che dopo tre gare giocate sotto al sole del primo pomeriggio, in questa occasione si giocherà ad un orario più accettabile.
L'infortunio di de Jong (per lui mondiale finito) ha aperto una vera e propria voragine in mezzo al campo che contro il Messico Van Gaal ha provato a tappare con Blind ma con pessimi risultati. La scelta più logica come centrocampista basso sarebbe Clasie, l'unico giocatore di movimento non ancora utilizzato, affiancato magari da Wijnaldum e Kuyt per garantirgli maggiore copertura. Questo comporterebbe però un 4-3-3 e credo invece che Van Gaal, anche in previsione della semifinale, voglia insistere su una difesa con 3 centrali arretrando Sneijder e rinunciando quindi ad un centrocampista. I moduli e le soluzioni che c'è la possibilità di adottare sono molteplici e l'unica cosa sicura è che il raccomandato giocherà. Il resto sarà poi consequenziale al ruolo che gli verrà destinato, se sulla fascia, se come centrale di difesa o se come centrocampista.

domenica 29 giugno 2014

Olanda - Messico 2-1


Rispetto agli 11 scesi in campo contro il Cile, la novità è Verhaegh al posto di Janmaat mentre Van Persie si riprende il posto a scapito di Lens. Il modulo stavolta è un chiaro 3-5-2 con Kuyt che gioca almeno 20 metri più avanti rispetto alla gara precedente e Blind, al quale pare si debba sempre trovare un posto, che affianca Vlaar e de Vrij.
Neppure il tempo di annotare un'altra Olanda schierata in maniera eccessivamente difensiva e in chiara confusione nella fase di possesso, che de Jong deve abbandonare per un problema muscolare. Van Gaal lo sostituisce con Martins Indi avanzando Blind sulla linea dei centrocampisti. Senza de Jong a garantire il solito filtro, la difesa va però in difficoltà e non si contano gli errori individuali ai quali si riesce a porre rimedio solo grazie alla superiorità numerica. Il Messico non entusiasma ma effettua un pressing costante che non concede nulla e riesce pure a rendersi pericoloso con conclusioni dalla distanza. La più insidiosa, di Salcido, è deviata in angolo da Cillessen poco prima che l'arbitro conceda il time-out in ragione delle difficili condizioni climatiche. Un diagonale di Dos Santos, anch'esso respinto da Cillessen, riapre le ostilità e nel finale di frazione l'Olanda, grazie ad un malinteso della difesa messicana, si affaccia per la prima volta nell'area avversaria e può pure recriminare per un fallo apparso netto ai danni di Robben.
A pochi minuti dall'inizio della ripresa una conclusione da appena fuori area di Dos Santos, accompagnato ma non contrastato da Blind, regala ai messicani il vantaggio determinando, finalmente, una svolta tattica all'incontro. Van Gaal richiama un impalpabile Verhaegh e al suo posto inserisce Depay. Si torna al 4-3-3 con il versatile Kuyt terzino destro e Martins Indi a sinistra. L'effetto è immediato: il Messico, ormai a corto di ossigeno, arretra e l'Olanda riesce se non altro a stazionare nella trequarti avversaria. Sugli sviluppi di un angolo il pari sembra cosa fatta ma la conclusione a botta sicura di de Vrij trova prima un miracoloso Ochoa e poi il palo. Ancora Ochoa è bravo ad opporsi ad un diagonale di Robben dai cui piedi partono le uniche iniziative pericolose. Van Persie non è pervenuto e Van Gaal lo sostituisce con Huntelaar a un quarto d'ora dal termine. Quando una conclusione di Depay viene rimpallata da Martins Indi sembra proprio che non sia giornata e invece, al minuto 88, un colpo di testa di Huntelaar mantiene viva la palla dopo l'ennesimo angolo, Sneijder ci si avventa e scaraventa in rete un bolide dall'altezza del dischetto sul quale nessun portiere al mondo avrebbe potuto fare qualcosa.





L'inerzia del match è ora tutta nelle mani degli olandesi e Robben, in pieno recupero, riesce ad affondare nella difesa messicana fino ad essere toccato (ma è stato toccato?) da Marquez. Per Proenca è rigore che Huntelaar si prende l'incarico di calciare con la stessa determinazione con cui lo realizzerà di lì a poco.


I miei voti:

Cillessen: 5,5. Un paio di buoni interventi ma anche diverse avventatezze su uscite e passaggi. Sul gol poi non è impeccabile.
Vlaar: 5. Spesso fuori tempo sui diretti avversari, finisce per perdere molti, troppi duelli.
de Vrij: 5,5. Sicurezza non ne trasmette mai, ma è il più ordinato e concreto del reparto arretrato, e va pure vicinissimo al gol.
Blind: 4. E' il jolly che non sa fare nulla. Già era discutibile vederlo come centrale difensivo ma al posto di de Jong è semplicemente un danno per la squadra. Molle più del burro, in tutta la gara vince un solo contrasto.
Verhaegh: 5. Solo passaggi facili facili senza mai tentare di far salire la squadra. Molto titubante e per nulla convincente. 
de Jong: n.g.
Wijnaldum: 5,5. Discreto il lavoro da incontrista ma, una volta con la palla tra i piedi, non trova mai di meglio che passarla indietro.
Sneijder: 7. Lo avrei salvato anche prima della rete perché, pur sbagliando molto nella misura, è l'unico che giocava con la faccia rivolta verso la porta avversaria. Il gol poi è la riprova della sua grinta (Van Persie sullo stesso pallone avrebbe cercato di stopparlo...).
Kuyt: 6,5. Lavora, e duro, in qualsiasi parte del campo venga messo. Qualitativamente non emerge ma risulta comunque preziosissimo.
Robben: 7,5. E' in una condizione fisica mostruosa. Quando gli altri sono stremati lui è ancora in grado di accelerare. Fa la differenza in ogni partita.
Van Persie: 4. Ha 30 anni ma ne dimostra 45, e non per la presenza dei primi capelli bianchi. Gioca da fermo, puntualmente anticipato dagli avversari, e se è costretto a fare una corsa ci mette 10 minuti a riprendersi.

Martins Indi: 5,5. Spesso troppo irruento, cerca di compensare col fisico costanti errori di posizionamento. Se la cava tuttavia senza commettere grossi danni.
Depay: 6,5. Solo con lui in campo ci si possono aspettare guizzi e imprevedibilità. Rimane il dubbio se sarebbe in grado di garantirli anche partendo dall'inizio.
Huntelaar: 7,5. Fa quello che ci si aspetta da lui, creando apprensione alla retroguardia messicana e risultando fondamentale nell'azione del pareggio. Poi fa pure quello che non ci si aspetta, assumendosi la pesante responsabilità del rigore, lui che con lo Schalke ha una media da mettere i brividi.

sabato 28 giugno 2014

Cambio di prospettive

Il raggiungimento del primo posto del girone ha consentito all'Olanda, come era previsto, di evitare il Brasile negli ottavi e, come non era affatto previsto, di trovarsi negli eventuali quarti la vincente del match tra Costa Rica e Grecia, squadre dalle quali mi rifiuto di pensare che possa essere eliminata. E' dunque un ottimo tabellone che presenta interessanti scenari, impensabili solo due settimane fa, per aprire i quali ci sarà da superare il Messico, squadra tosta, ben organizzata, molto simile al Cile. Spero, a questo riguardo, che Van Gaal decida di affrontare gli avversari in maniera più aggressiva di quanto fatto contro i cileni perché, in caso contrario, il rischio che il confronto si prolunghi fino ai calci di rigore aumenterebbe notevolmente. Il Messico si è infatti dimostrato molto solido a livello difensivo e per superarlo sarà fondamentale non cullarsi sui bassi ritmi che proverà a dare alla gara. Mi aspetto allora, almeno all'inizio, un 4-3-3 nel quale mi auguro che, indipendentemente dagli uomini impiegati, gli esterni offensivi siano davvero offensivi e non terzini aggiunti, e Sneijder giochi più vicino a Van Persie in modo da poter creare maggiori grattacapi ai tre centrali messicani.

lunedì 23 giugno 2014

Olanda - Cile 2-0


Dei 4 che avevo pronosticato in campo solo Wijnaldum è nell'undici di partenza. La difesa rimane a 4, identica a quella schierata nel secondo tempo contro l'Australia, Lens è il centravanti mentre per dare una parvenza di ragione all'impiego di Kuyt bisogna aspettare l'inizio della gara.
Van Gaal deve avere confuso degli onesti mestieranti per dei fuoriclasse e schiera una delle nazionali maggiormente difensive che io ricordi. E' un 4-4-2 con, a centrocampo, Kuyt a sinistra, de Jong, Sneijder e Wijnaldum al centro e... nessuno a destra. Il tanto osannato Sampaoli appare spiazzato e il gioco cileno continua imperterrito a svilupparsi sulla destra dove è vero che giostrano i loro migliori elementi Isla e Sanchez ma dove è pieno di maglie arancioni. Il risultato è una gara bloccatissima, caratterizzata da infiniti contrasti, falletti e dall'incapacità di entrambe le squadre di fare più di tre passaggi di seguito. Il Cile riesce a pungere con qualche combinazione da palla inattiva ma senza tuttavia impensierire Cillessen. Dall'altra parte le uniche occasioni sono un colpo di testa di de Vrij e un diagonale di Robben dopo solita discesa in velocità, entrambi a lato.
Il quadro tattico non cambia nella ripresa con l'Olanda che concede volutamente agli avversari un maggiore possesso palla pur di non rischiare di scoprirsi. Di conclusioni pericolose nemmeno a parlarne ma si finisce per apprezzare la compattezza difensiva degli olandesi. Col passare del tempo poi il Cile perde fatalmente intensità e, costretto a cercare la rete, offre il fianco a pericolose ripartenze. Robben scalda i guanti a Bravo con una conclusione da fuori. Pochi minuti e il portiere cileno deve ripetersi su Depay, subentrato a uno spento Lens. E' il preludio al gol che arriva a un quarto d'ora dal termine grazie a un perentorio colpo di testa del neo entrato Fer su cross dalla destra di Janmaat. L'Olanda continua a difendersi in modo ordinato e il Cile riesce a rispondere solo con qualche patetico tuffo in area fino a che, in pieno recupero, Robben, dopo l'ennesima volata, serve un assist al bacio per Depay che chiude ogni discorso.


I miei voti:

Cillessen: 6. Niente più che ordinaria amministrazione.
Janmaat: 5,5. Dalla sua parte si gioca poco ma soffre più del dovuto Mena.
Vlaar e de Vrij: 6. Prestazione di sostanza nella quale entrambi concedono poco al bel calcio ma anche agli avversari.
Blind: 4,5. Oltre a farsi saltare sistematicamente da Sanchez, non offre il minimo contributo alla gestione del possesso palla.
de Jong: 6,5. Comincia la gara con diversi errori nei passaggi. Migliora col trascorrere del tempo non facendo mai mancare il suo apporto nell'interdizione.
Wijnaldum: 5. Fa solo numero nella cintura olandese dimostrando poca personalità ogni qual volta si trova la palla tra i piedi.
Kuyt: 6,5. Van Gaal gli affida compiti prettamente difensivi e lui lo ripaga con la solita generosità risultando molto prezioso nella fascia "preferita" dai cileni.
Sneijder: 5,5. Spesso in ombra, non dà alcun contributo alla fase offensiva ma corre moltissimo sacrificandosi dietro ai centrocampisti avversari.
Robben: 6,5. Pare che ormai le sue accelerazioni siano il solo schema d'attacco. Se mantiene l'eccellente condizione fisica potrebbe pure bastare.
Lens: 5. Sembra il peggiore Van Persie delle prime due gare, quello dei falli o dei controlli sbagliati.

Depay: 7. Con lui in campo è un'altra Olanda. Crea apprensione agli avversari ogni volta che gli arriva il pallone.
Fer: 7. Dopo un minuto dal suo ingresso decide la gara con un colpo di testa portentoso.

domenica 22 giugno 2014

Qual è la vera Olanda?

E' la domanda che si stanno facendo gli addetti ai lavori, sorpresi dalla sofferta vittoria sull'Australia dopo che si era vinto di goleada contro la Spagna. In realtà credo che la fondamentale differenza tra le due gare l'abbia fatta la motivazione degli avversari. Ormai quasi nulla quella degli spagnoli, massima quella degli australiani che hanno messo sul terreno di gioco tutta la loro grinta e combattività. Dal canto suo l'Olanda è stata riportata sulla terra, e la speranza è che questo sia servito a farle prendere coscienza del fatto che deconcentrazione e disattenzione possono esserle fatali contro chiunque. Domani contro il Cile vedremo se la lezione è servita. 
Dopo la vittoria dei sudamericani sulla Spagna, le due squadre sono già qualificate agli ottavi ma la differenza tra arrivare primi o secondi del girone è la stessa che intercorre tra una fondata speranza di arrivare alle semifinali e un'eliminazione certa agli ottavi. L'Olanda avrà comunque il vantaggio non da poco che le basterà il pareggio. 
Difficile indovinare le scelte di Van Gaal su modulo (contro squadre di medio livello il 4-3-3 è forse ancora preferibile) e giocatori. Di sicuro mancheranno Van Persie, squalificato, e Martins Indi, infortunato. Pur se come previsore ho dimostrato di valere poco, scommetto sull'impiego dall'inizio di Veltman, Wijnaldum, Huntelaar e Depay, inseriti in un classico 4-3-3.

mercoledì 18 giugno 2014

Olanda - Australia 3-2


La formazione è la stessa della partita con la Spagna e la gara darà la dimostrazione di come lo spirito con cui si scende in campo è ben più importante degli uomini. Sì perché l'Olanda è irriconoscibile, incredibilmente molle, deconcentrata, addormentata.
Sin dal calcio d'avvio l'Australia mette in grossa difficoltà la retroguardia olandese pressando molto alto con un gran numero di uomini. L'Olanda non riesce a fare altro che retropassaggi o lancioni facili preda della difesa avversaria. Se poi fa qualche errore in fase di disimpegno (e non mancano!) gli australiani sono velocissimi ad approfittarne e a creare situazioni pericolose. Gli olandesi sono in evidente sofferenza ma al 20esimo la difesa australiana si fa trovare scoperta su un'iniziativa di Robben che parte dalla sua metacampo e, senza trovare ostacoli, arriva sin dentro l'area di rigore. Il suo diagonale di sinistro vale il vantaggio che durerà però solo un minuto, il tempo per Cahill, nemmeno contrastato da de Vrij, di trovare un gran sinistro al volo su un cross dalla destra. Tutto da rifare ma nulla cambia nell'atteggiamento delle due squadre. E' ancora l'Australia a farsi preferire e alla mezz'ora Bresciano manca il vantaggio calciando alto da ottima posizione. L'ultimo episodio di cronaca del primo tempo è un intervento killer di Cahill che fa fuori Martins Indi. Lo sostituisce Depay e si ritorna al vecchio 4-3-3.


E' proprio il giovane talento del PSV a caratterizzare la prima parte della ripresa. E' l'unico infatti che prova qualche accelerazione dando almeno un po' di vivacità e di imprevedibilità. L'Olanda guadagna preziosi metri di campo e Sneijder sfiora la rete con una conclusione insidiosa dal limite. Appena però l'Australia si affaccia in avanti, Janmaat intercetta un cross con un braccio e causa il rigore che Jedinak trasforma nel 2-1. Per fortuna ora c'è Depay ed è lui a prendersi sulle spalle una frastornata Olanda servendo prima un intelligente assist a Van Persie per la rete del pareggio e poi colpendo in prima persona con una conclusione dai 25 metri che sorprende un colpevole Ryan. In mezzo un colossale pasticcio della difesa olandese (rinvio sbagliato da Cillessen e susseguente passaggio errato di Vlaar) del quale Leckie non approfitta appoggiando con poca forza verso la porta e permettendo a Cillessen di rimediare. Con le squadre sempre più allungate de Jong sfiora la quarta segnatura dopo una bella azione corale (l'unica) ma nel finale si deve ancora soffrire per difendere il vantaggio minimo che potrebbe valere il primo posto del girone.


I miei voti:

Cillessen: 5,5. Nessun intervento particolarmente impegnativo, deve giocare molto con i piedi cavandosela ma facendo ancora qualche errore di troppo.
Vlaar: 6,5. A lui si chiedono concentrazione e grinta e lui le fornisce entrambe commettendo, è vero, un grave errore ma risultando di gran lunga il migliore del reparto.
de Vrij: 5. Dopo un primo tempo disastroso lo si vede in campo nella ripresa solo per via dell'infortunio a Martins Indi e tuttavia si riprende non commettendo più errori marchiani.
Martins Indi: 5. Impacciato e insicuro, non trova mai le misure per fermare Leckie. Cahill lo azzoppa ma sarebbe stato da sostiture comunque.
Blind: 5. Trotterella per il campo sempre alla stessa velocità. Peccato che gli avversari vadano tutti più forte di lui.
de Jong: 8. Senza di lui non si sarebbe mai vinto. Da solo costruisce un argine alle avanzate australiane e nel finale è addirittura impressionante in almeno un paio di recuperi.
Janmaat: 5,5. Nessun contributo in fase offensiva ma in difesa è tra i meno peggio.
De Guzman: 5. Sarebbe sufficiente solo se Van Gaal lo avesse obbligato a passare la palla sempre indietro ma non credo sia così.
Van Persie: 5,5. E' vero che non riceve molti palloni ma non si dimostra mai in grado di fare salire la squadra. O sbaglia il controllo o commette fallo.
Sneijder: 5. Qualche buona intuizione nella ripresa non basta a compensare gli innumerevoli errori che hanno caratterizzato la sua gara.
Robben: 6,5. Non così letale come contro gli spagnoli ma rimane l'unico a creare apprensione agli avversari quando ha la palla tra i piedi.

Depay: 7. Dà o cerca di dare brio e velocità ad una manovra compassata che sino al suo ingresso non aveva mai trovato la superiorità numerica. E' decisivo in due segnature.

martedì 17 giugno 2014

Ora non roviniamo tutto

Contro la Spagna l'Olanda ha ottenuto quella che si può tranquillamente definire la vittoria più insperata della sua storia. Lasciando perdere l'eclatante punteggio, il solo pensiero di potere vincere la partita (ricordo che l'Olanda non batteva un top team dallo scorso mondiale) era considerato dai più, me compreso, utopistico.
Ora che si aprono nuovi scenari bisogna essere bravi ad archiviare la vittoria per trovarne subito un'altra contro l'Australia.
Nonostante la sonora sconfitta ritengo infatti che la Spagna arriverà a 6 punti e sarebbe un peccato mortale non farne almeno altrettanti precludendosi così il primo posto del girone con tutto ciò che ne consegue.
Probabile che per la sfida di domani contro i "socceroos" Van Gaal si affidi alla stessa formazione dell'esordio e in quel caso saranno soprattutto de Vrij e De Guzman ad essere sotto osservazione con Veltman e Wijnaldum pronti a superarli nelle preferenze del CT.

sabato 14 giugno 2014

Olanda - Spagna 5-1


De Guzman recupera e, a dimostrazione che la squadra che scende in campo è quella considerata titolare, l'Olanda si presenta con i numeri di maglia dall'1 all'11.
Con entrambe le squadre molto corte, appare subito chiaro che saranno fondamentali le palle recuperate nella trequarti avversaria e la prima occasione da rete lo testimonia. Robben approfitta di un malinteso spagnolo e lancia in verticale Sneijder che, solo davanti a Casillas, come 4 anni fa Robben, si fa ribattere la conclusione. Anche la Spagna riesce a pungere in un paio di occasioni sfruttando le indecisioni della retroguardia olandese in fase di possesso, ma Vlaar e de Vrij riescono a mettere una pezza agli errori di De Guzman e Martins Indi. Poco prima della mezz'ora però un filtrante di Xavi pesca in area Diego Costa sulla cui finta è ingenuo de Vrij che causa il rigore. Xabi Alonso fa 1-0. Gli olandesi sembrano accusare il colpo ed è stavolta Iniesta a servire un ottimo pallone a David Silva sul cui pallonetto è bravo Cillessen a non farsi sorprendere. E proprio quando la Spagna sembra condurre il match sui binari a lei congeniali, sul finire di tempo il fino ad allora invisibile Van Persie si avventa di testa in tuffo su un cross di oltre 40 metri di Blind riequilibrando l'incontro.



La ripresa comincia con le squadre molto attente a non scoprirsi ma, così come nel primo tempo, è l'Olanda ad accendere la miccia. Su un altro lancio dalla sinistra di Blind è pregevole il controllo in area di Robben che ha la meglio su un molle Piqué prima di fulminare Casillas con un sinistro dall'altezza del dischetto. La Spagna prova a riversarsi nella metacampo olandese ma si dimostra stranamente vulnerabile ogni qual volta è l'Olanda a provare ad affondare. Al 60esimo, in seguito a un contropiede orchestrato da Robben e Janmaat, Van Persie sfiora il raddoppio centrando la traversa con un potente diagonale. Passano pochi minuti e de Vrij in modo sporco ma efficace devia in rete una punizione sul secondo palo calciata da Sneijder. Gli spagnoli protestano per una probabile scorrettezza di Van Persie e io sorrido ripensando al modo in cui vinsero in Sudafrica. Subito dopo la Spagna potrebbe comunque riportarsi in partita ma Cillessen si oppone al colpo di testa di Pedro prima che David Silva metta dentro in evidente fuorigioco. Dall'altra parte un incredibile errore di Casillas permette a Van Persie di realizzare la quarta rete olandese e chiudere di fatto il match. Gli spagnoli sono l'ombra dello squadrone ammirato negli ultimi 6 anni e Robben, perfettamente imbeccato da Sneijder, infierisce ridicolizzando l'intera difesa avversaria e calando il pokerissimo. Casillas si deve ancora opporre alle conclusioni di Wijnaldum, subentrato a De Guzman, e di uno scatenato Robben prima che il triplice fischio giunga gradito come non mai agli spagnoli.


I miei voti:

Cillessen: 6,5. Coi piedi non mi dà una gran sicurezza e tutti i suoi rinvii sono fuori misura ma salva il risultato su David Silva.
Vlaar: 7. Gioca come centrale dei tre centrali. Una sorta di tappabuchi, compito che svolge alla perfezione.
de Vrij; 6,5. Alcune buone chiusure intervallate da pericolose ingenuità, una delle quali costa il rigore. Mezzo punto in più per il gol.
Martins Indi: 6. Grintoso e combattivo ma con pericolosi cali di concentrazione.
Blind: 6,5. Si limita al compitino senza riuscire a spingere ma azzecca i due cross che gli attaccanti trasformano nei primi, fondamentali, gol.
de Jong: 7,5. Argina ed imposta con spirito di sacrificio e una condizione fisica invidiabile. Quantità e qualità in ogni parte del campo.
Janmaat: 6,5. Più propositivo rispetto a Blind, si dimostra efficace in entrambe le fasi.
De Guzman: 6. Inizio molto titubante. Cresce col passare del tempo ma non incide. Wijnaldum che lo sostituisce dopo un'ora è apparso più convincente.
Van Persie: 7. Trova un gran gol nel finale di un primo tempo disputato per il resto da fantasma perennemente in fuorigioco. Molto più determinato nella ripresa.
Sneijder: 7. Lui la determinazione ce la mette e, pur fallendo il vantaggio in apertura di gara, il suo lavoro tra le linee si rivela prezioso sia per la conquista del possesso che nel rilancio dell'azione.
Robben: 8. La difesa della Spagna deve ancora vederlo adesso, surclassata dalla sua velocità che, unita ad una tecnica indiscutibile, l'ha fatta a pezzi in più occasioni.

giovedì 12 giugno 2014

Obiettivo 0-0

Brasile-Croazia aprirà stasera la 20esima coppa del mondo. L'atmosfera, anche se per ragioni differenti, sembra la stessa di Argentina '78; un'atmosfera che mi porta a dire che il Brasile o vincerà o lo faranno vincere. Sarà allora fondamentale per le squadre che vorranno andare avanti nella competizione evitare lo scontro a eliminazione diretta contro i padroni di casa. Questo non sarà possibile per Olanda o Spagna o comunque la seconda classificata nel loro girone che si troverà di fronte i verdeoro già negli ottavi. In un tale scenario è facile immaginare quanta importanza abbia il primo match del girone che vedrà contrapposte proprio le finaliste della scorsa edizione.
L'importanza della posta in palio unita alle incognite dell'esordio e al nuovo modulo degli olandesi, emblematico di maggiore realismo e umiltà, dovrebbe dare vita a una partita molto bloccata, con poche occasione da rete e, perché no, a uno 0-0 finale che rimanderebbe ogni verdetto alle prossime partite. Che sia quella la speranza di Van Gaal? La mia lo è.

mercoledì 4 giugno 2014

Olanda - Galles 2-0


Nemmeno il tempo per Van Gaal di dichiarare che la formazione vista contro il Ghana sarà quella titolare al mondiale che l'infortunio di De Guzman (problemi al polpaccio) scombussola i suoi piani. Al posto del "canadese" viene schierato Fer.
In tutto il primo tempo la gara regala solamente due lampi: un triangolo in velocità tra Sneijder e Robben con quest'ultimo che salta anche il portiere prima di vedersi il tiro deviato dalle gambe di un difensore e una conclusione di Van Persie respinta dall'estremo difensore gallese sui piedi di Robben che stavolta non ha difficoltà a insaccare. Per il resto una tipica gara di allenamento con infiniti fraseggi e pochi tentativi di alzare il ritmo.
Chi sostiene che non si possa fare meno di così è subito smentito nella ripresa nella quale l'unica conclusione verso una delle porte è quella che vale il raddoppio olandese con Lens, subentrato a Van Persie, che finalizza un'azione avviata da una pregevole verticalizzazione di Sneijder per Robben, più a suo agio nei panni di assist-man.
Wijnaldum ha preso il posto di Fer nel secondo tempo ma è quasi impossibile valutare i singoli in partite come questa. Ancora ingiudicabile la difesa, l'unica nota lieta è la condizione fisica di Sneijder che non è certo ai livelli di 4 anni fa ma nemmeno a quelli scadenti dell'ultimo biennio.

sabato 31 maggio 2014

Olanda - Ghana 1-0


Kongolo vince il ballottaggio tra i difensori e si guadagna un posto tra i 23. Tutte previste le altre esclusioni, compresa quella di Promes al quale non è bastata una tripletta in settimana con l'under-21 per farsi preferire all'esperto Kuyt.
Il 5-2-3 (o 5-3-2 a seconda di come viene considerato Sneijder) schierato contro il Ghana potrebbe benissimo essere quello che Van Gaal proporrà nell'esordio mondiale con Blind nuovamente sulla fascia sinistra e De Guzman ad affiancare de Jong.
L'Olanda comincia molto aggressiva in fase di non possesso e proprio da una palla recuperata nella metacampo avversaria nasce l'azione che la porta in vantaggio dopo nemmeno 5 minuti: Sneijder triangola con Robben in velocità e, trovatosi davanti al portiere, serve un preciso assist a Van Persie che realizza da pochi passi a porta vuota. Sarà il leit-motiv del primo tempo con gli olandesi in evidenti difficoltà quando si tratta di impostare ma pericolosissimi una volta rubata palla agli avversari. Nel prosieguo di frazione è Robben a graziare per due volte la retroguardia ghanese su altrettante ripartenze, prima mettendo incredibilmente a lato un assist di Blind, poi allungandosi troppo il pallone ben imbeccato da Janmaat. E non è un caso che siano stati i terzini ad entrare in queste azioni da gol visto che il nuovo modulo prevede che giochino in posizione molto più avanzata.
Un diagonale dello stesso Robben, stavolta respinto dal portiere, chiude il tempo con quella che resterà l'ultima conclusione di una certa pericolosità. Nella ripresa infatti nessuna delle squadre riesce ad affondare i colpi e la gara rimane giocata esclusivamente a centrocampo tra errori e noia.
De Guzman, sul quale contavo molto, ha giocato in modo ordinato ma senza incidere. Da lui vorrei maggiore coraggio. La difesa è andata ancora una volta bene. Avrà tratto giovamento dal nuovo modulo, come mi auguro, o dipenderà dalla pochezza degli avversari? Presto avremo la risposta.

venerdì 30 maggio 2014

All'ultimo taglio

Prima della gara contro il Ghana, in programma domani sera al De Kuip, Van Gaal diramerà la lista dei 23 convocati per la coppa del mondo. Saranno 7 i calciatori tagliati dai 30 che hanno preso parte al ritiro pre-mondiale in Portogallo.
Oltre a Van der Vaart, out per problemi al polpaccio (mi spiace per l'uomo ma il giocatore aveva già fatto il suo tempo), sono praticamente nulle le speranze di sopravvivere al taglio per il portiere Zoet e per Trindade de Vilenha. In difesa solo uno si salverà tra Kongolo, Van Aanholt e Rekik mentre gli ultimi due nomi verranno probabilmente scelti tra gli attaccanti con Promes e Boetius "favoriti" anche se mi è difficile trovare una giustificazione all'eventuale presenza di Kuyt in Brasile.

mercoledì 28 maggio 2014

Olanda - Ecuador 1-1


La prima delle tre amichevoli premondiali (le altre saranno contro Ghana e Galles) segna l'esordio del modulo 5-2-3 (o 3-4-3 se letto in maniera più offensiva) che Van Gaal ha deciso di adottare dopo l'infortunio di Strootman e la fragilità del reparto arretrato dimostrata nelle gare disputate contro avversari di alto livello.
Trovo che la scelta, pur molto criticata dai puristi, sia in realtà molto saggia e il mio unico appunto sta nell'idea del tecnico di affiancare a de Jong un ex-difensore come Blind diminuendo ulteriormente il numero di giocatori che possono diventare un fattore offensivamente.
Naturalmente la formazione schierata contro l'Ecuador (solo giocatori dell'Eredivisie con l'aggiunta di Van Persie) va presa con le molle ma ho spesso sottolineato che la presenza di Danny Blind nello staff sia una sorta di garanzia per l'utilizzo del figlio come titolare. Se insomma non sarà terzino sinistro (Van Aanholt, nella ripresa, mi è parso preferibile a Kongolo), sarà di sicuro tra i centrocampisti.
La gara mi ha dato ragione evidenziando le carenze di Clasie e Blind sia nella fase di contenimento che, soprattutto, quando si doveva ribaltare il fronte d'azione. Entrambi troppo lenti, troppo imprecisi e incapaci di quelle accelerazioni che possono creare superiorità numerica.
Ingiudicabile la difesa che schierava, da destra a sinistra, Janmaat, Veltman, de Vrij, Martins Indi e l'esordiente Kongolo. Una sola incertezza, ancora nei minuti iniziali, quando Veltman non aggancia un pallone filtrante, Janmaat non sale tenendo in gioco Montero che non ha difficoltà a superare Cillessen da pochi passi. Per il resto normale amministrazione con l'Ecuador che è stato raramente in grado di farsi vedere nella metacampo olandese.
In avanti Van Persie che ha impattato verso la fine del primo tempo sfruttando al meglio un ottimo assist di Clasie, è stato affiancato da Wijnaldum e da Depay. Quest'ultimo è stato di gran lunga il migliore dei suoi, l'unico elemento fantasioso e frizzante che ha spesso predicato nel deserto.
Nessun commento sul secondo tempo che, tra ritmi bassissimi e interruzioni continue per sostituzioni ecuadoregne, non ha visto un'azione degna di questo nome. Per le amichevoli sarebbe forse il caso di pensare alla formula dei triangolari estivi.

venerdì 23 maggio 2014

Secondi con rammarico




I rimpianti sono inevitabili quando si vincono le prime quattro partite della fase finale segnando 15 reti e si perde poi la finalissima ai rigori contro la stessa squadra (l'Inghilterra) che si aveva già superato per 2-0 in precedenza. 
L'europeo disputato dall'Under-17 nei semideserti stadi maltesi è stato però positivo e ha confermato, anche sotto la guida del neo CT Maarten Stekelenburg (solo omonimo del portiere), i progressi del calcio giovanile olandese, capace di raggiungere la finale della manifestazione continentale per tre volte negli ultimi quattro anni.
Tra i migliori della squadra segnalo l'ala del PSV Bergwijn e il centrocampista del Feyenoord Schuurman.

lunedì 12 maggio 2014

Quasi sempre ritornano



Come era prevedibile, l'avventura di Van Gaal alla guida della Nazionale durerà solo un biennio, il periodo necessario per conquistare, peraltro con autorevolezza, la qualificazione al mondiale e, in un certo senso, riscattarsi personalmente dopo il disastro del 2002. 
Andrà ad allenare una squadra di club, probabilmente in Premier, lavoro che preferisce e che gli è senza dubbio più congeniale. 
Lo sostituirà Hiddink che, come il suo predecessore, torna alla Nazionale una seconda volta dopo averla condotta dal '95 al '98. 
Allora i risultati furono egregi: quarti di finale all'europeo con una squadra falcidiata da infortuni e tuttavia eliminata solo ai rigori, semifinali al mondiale con una delle migliori nazionali di sempre per gioco e compattezza. Sarà molto difficile fare meglio ma sono certo che con Guus in panchina le prestazioni al prossimo europeo saranno di tutt'altro spessore rispetto a quelle di due anni fa.

sabato 3 maggio 2014

Il poker è servito

1 Ajax 34 20 11 3 71 69 28
2 Feyenoord 34 20  7 7 67 76 40
3 Twente 34 17  12 5 63 72 37
4 PSV 34 18  5 11 59 60 45
5 Heerenveen 34 16  9 9 57 72 51
6 Vitesse 34 15  10 9 55 65 49
7 Groningen 34 14  9 11 51 57 53
8 AZ 34 13  8 13 47 54 50
9 ADO 34 12  7 15 43 45 64
10 Utrecht 34 11  8 15 41 56 54
11 PEC 34 9  13 12 40 47 49
12 Cambuur 34 10  9 15 39 40 50
13 Go Ahead Eagles 34 10  8 16 38 45 69
14 Heracles 34 10  7 17 37 45 59
15 NAC 34 8  11 15 35 43 54
16 RKC 34 7  11 16 32 44 64
17 NEC 34 5  15 14 30 54 82
18 Roda 34 7  8 19 29 44 69

In una Eredivisie sempre più livellata verso il basso, a fare festa è ancora una volta, la quarta consecutiva, la premiata ditta Ajax-de Boer. Non è stata stavolta una marcia irresistibile da parte dei lancieri la cui leadership però non è mai stata minimamente messa in discussione.
Dopo il prevedibile calo del Vitesse, sono stati Twente e soprattutto Feyenoord a cercare di insediare fino all'ultimo l'Ajax. La squadra di Koeman ha alzato bandiera bianca solo alla penultima giornata garantendosi però i preliminari di Champions.
La delusione maggiore è ancora una volta il PSV, mai in corsa per le posizioni di testa, che solo grazie ad un buon finale di stagione riesce a centrare l'obiettivo minimo dell'Europa League senza passare dai playoffs.
Si aggiudica il titolo dei cannonieri l'islandese Finnbogason (Heerenveen) con 28 centri, cinque in più di Pellé che in quel di Rotterdam si riconferma ad egregi livelli.