sabato 24 luglio 2010

Dalle stelle alle stalle


Era la prima in assoluto per un'under-19 olandese alla fase finale degli Europei di categoria. Sarà probabilmente l'unico motivo per cui questa edizione sarà ricordata in Olanda.
Peccato perché, dopo la secca sconfitta iniziale contro i padroni di casa francesi  (4-1) e la vittoria di misura sull'Inghilterra (1-0), l'Olanda aveva tutte le carte in regole per accedere alle semifinali. Anzi, fino a quasi il 90esimo dell'ultima partita del girone eliminatorio contro l'Austria, gli olandesi erano ancora qualificati grazie al risultato di parità. Negli ultimi minuti arrivava però sia la sconfitta che il pareggio inglese contro la Francia che spediva l'Olanda all'ultimo posto del girone impedendole di qualificarsi al Mondiale dell'anno prossimo.
Una beffa atroce per come è maturata ma non del tutto immeritata per quanto fatto vedere dai giovani arancioni. Titubanti in difesa, evanescenti in attacco dove l'atteso Castaignos non si è praticamente mai visto, qualche nota lieta solo dai centrocampisti tra i quali  i migliori mi sono parsi Bacuna del Groningen e Van Haaren del Feyenoord.

lunedì 12 luglio 2010

Olanda - Spagna 0-1 (d.t.s.)


E invece non è stata la prima dell'Olanda ma la terza. La terza finale persa con l'unica differenza dalle precedenti che stavolta non ci chiameranno "beautiful losers". Semmai "horrible losers" per avere impostato la gara più sui calci che sul calcio ammettendo di fatto di avere di fronte un avversario ritenuto superiore e snaturando così lo stile olandese.
La Spagna comincia decisamente meglio e nel primo quarto d'ora staziona costantemente nella metacampo avversaria, sfiora la segnatura con un colpo di testa di Ramos (bravo Stekelenburg), con una conclusione di Villa sull'esterno della rete e impedisce agli olandesi di giocare palla a terra rendendoli così inoffensivi. L'unico modo in cui l'Olanda sa rispondere è una serie di falli con chiaro intento intimidatorio. Prima Van Bommel e poi de Jong vengono graziati dall'arbitro, l'inglese Webb, che mostra loro solo il giallo e la seconda parte del tempo scorre tra interventi duri, simulazioni e proteste. Solo nel recupero l'Olanda riesce a farsi vedere dalle parti di Casillas con il solito tiro di Robben diretto all'angolino che il portiere spagnolo devia sul fondo.
Dopo un inizio di ripresa molto tattico con le squadre attente soprattutto a non scoprirsi si ripete il duello Robben-Casillas con l'olandese che, lanciato in profondità dall'unica invenzione di Sneijder, spreca la più ghiotta delle occasioni facendosi ribattere la conclusione. Si apre una fase dell'incontro meno bloccata, si vede finalmente un po' di calcio ed è ancora la Spagna a farsi preferire. Prima Heitinga ribatte una conclusione a colpo sicuro di Villa, poi è Ramos di testa a sbagliare un gol fatto su angolo. Nel finale è però nuovamente Robben ad avere una chance: brucia in velocità Puyol, resiste al ritorno del difensore spagnolo (che ingenuità. Sarebbe bastato cadere a terra per farlo espellere) ma poi non riesce a superare Casillas.




Si va ai supplementari con un'Olanda stanca che lascia troppo spazio tra le linee di difesa e centrocampo. La sostituzione di de Jong con Van der Vaart appare deleteria e i centrocampisti spagnoli collezionano occasioni in serie: Stekelenburg si supera su Fabregas, Van Bronckhorst salva su Iniesta e, pochi minuti dopo, devia sull'esterno della rete una conclusione di Navas. L'Olanda sembra alle corde e la situazione peggiora a dieci minuti dal termine con l'espulsione di Heitinga (secondo giallo sul tuffatore Iniesta lanciato a rete). Ci vuole però lo zampino dell'arbitro e molta sfortuna per impedirle di raggiungere i rigori. E' il minuto 116 quando Elia subisce un fallo al limite dell'area avversaria. Webb non fischia e nell'azione spagnola che segue ben quattro olandesi (lo stesso Elia, Van der Wiel, Robben, Van der Vaart) riescono a toccare la palla senza tuttavia impedire che questa ritorni a qualche giocatore spagnolo. Il passaggio decisivo è di Fabregas per Iniesta che stavolta non lascia scampo a Stekelenburg.




I miei voti:

Stekelenburg: 7. Due ottime parate su conclusioni a distanza ravvicinata. Non gli riesce il miracolo su Iniesta.
Van der Wiel: 6. Attento in difesa ma se fosse meno titubante creerebbe molti più problemi agli avversari.
Heitinga: 6,5. Quando il gioco si fa duro non si fa certo pregare per tirare fuori grinta e combattività.
Mathijsen: 7. Non ha bisogno di tirare calci per avere sempre la meglio sui diretti avversari.
Van Bronckhorst: 6,5. Si vede poco da terzino e molto da terzo centrocampista centrale ed è in quella posizione che sbroglia più di una situazione.
de Jong: 6. Tiene botta anche contro il fitto centrocampo spagnolo conquistando diversi palloni. Cala alla distanza.
Van Bommel: 6,5. Buona gara in contenimento nel creare continui fastidi ai portatori di palla spagnoli. Si mantiene lucido anche in fase di possesso.
Robben: 5. E' l'unico in grado di creare pericoli alla retroguardia avversaria ma il suo errore a metà ripresa risulterà decisivo in negativo.
Sneijder: 5. Molta fatica ad entrare nel vivo del gioco oltre a una fastidiosa supponenza che lo fa tirare in porta da 40 metri su azione di contropiede e da metacampo dopo avere preso il gol.
Kuyt: 5,5. Più che tenere Ramos in apprensione diventa il suo marcatore. E' mancata la sua spinta.
Van Persie: 4,5. Fumoso, dai suoi piedi mai una palla pericolosa. Dubito che continuerà ad essere il centravanti.

Elia: 6. Entra nel secondo tempo per sostituire uno stanco Kuyt e spostare il baricentro della squadra più avanti. Riesce nel compito non trovando però nessun guizzo.
Van der Vaart: 5. Inserito come centrocampista arretrato dimostra, ma già si sapeva, che non ha il passo per farlo. Schaars sarebbe forse stata la scelta più sensata.

giovedì 8 luglio 2010

La prima assoluta


Una rete di Puyol a un quarto d'ora dalla fine elimina la Germania scontentando i molti tifosi olandesi che avrebbero gradito una finale contro i tedeschi per vendicare quella persa nel '74. Molti tifosi olandesi ma non io. In fondo la Germania da allora l'abbiamo affrontata tante altre volte, le abbiamo date e le abbiamo prese e sempre con reciproco rispetto. La Spagna invece, fatto questo abbastanza curioso, non l'abbiamo mai incontrata nella fase finale di un grande torneo e, se non in qualche amichevole, non l'abbiamo più affrontata dal girone di qualificazione all'europeo francese del 1984 nel quale ci scippò il primo posto grazie allo scandaloso 12-1 rifilato a Malta nell'ultima partita. Sono quindi più di 25 anni che aspetto un'occasione per farli piangere, un'occasione che sembrava dovesse capitare nell'ultimo Europeo nel quale le due squadre avevano dimostrato di essere le più forti del lotto prima che l'inopinata sconfitta con la Russia da parte degli olandesi facesse mancare loro l'appuntamento. A distanza di due anni sarà invece la finale mondiale a metterle di fronte.
Sarà la prima volta che una nazionale europea vincerà un campionato del mondo fuori dall'Europa.
Sarà la prima volta dell'Olanda.

mercoledì 7 luglio 2010

Olanda - Uruguay 3-2


Solo l'obbligo di sostituire gli squalificati Van der Wiel e de Jong fa sì che Van Marwijk cambi formazione. I prescelti sono Boulahrouz e de Zeeuw.
La partenza dell'Uruguay è prevedibilmente improntata su un pressing alto che ha l'intento di fare mancare i rifornimenti agli avanti olandesi. Se l'Olanda riesce ad evitarlo per gli avversari sono dolori. E arrivano così i primi pericoli con Kuyt che calcia alto da buona posizione, con Sneijder la cui conclusione dal limite viene ribattuta da uno sfortunato Van Persie fino alla rete del vantaggio che è vero che arriva con un siluro di Van Bronckhorst che termina la sua corsa all'incrocio dei pali ma in seguito ad un'azione avvolgente con quasi tutti gli uruguayani racchiusi nella propria area. E' da poco passato il quarto d'ora e l'Olanda commette l'errore  (grave) di adagiarsi sul minimo vantaggio rallentando il ritmo. La gara diventa bruttina, spezzettata e con molti errori. Una tentata conclusione di Robben  ben liberato da Van Persie e una telefonata di Kuyt sono tutto quello che si riesce a creare. All'Uruguay è invece sufficiente che un lancio senza troppe pretese arrivi a Furlan a 30 metri dalla porta olandese perché il biondo attaccante pareggi con una conclusione che Stekelenburg riesce solo a smanacciare goffamente.
La ripresa comincia con Van der Vaart al posto di de Zeeuw alla ricerca di quel cambio di marcia che non ci sarà. Il primo quarto d'ora sarà anzi uno dei peggiori giocati dall'Olanda, non solo in questa manifestazione: errori banali nel controllo di palla, rischiosissimi passaggi sulla trequarti difensiva, malintesi a non finire. L'Uruguay conferma di non essere un top team non riuscendo ad approfittarne e facendosi vivo dalle parti di Stekelenburg solo con una punizione del solito Furlan. Alla maggiore qualità degli olandesi bastano invece pochi minuti per indirizzare il match dalla propria parte. Al 67esimo una bella giocata di Van Persie consente il tiro a Van der Vaart: sulla respinta del portiere Robben calcia alto. Passano pochi minuti e dopo un'insistita azione di Robben al limite dell'area la palla arriva a Sneijder la cui conclusione si insacca nell'angolino dopo una deviazione e una posizione più che sospetta di Van Persie. Altra azione, altra manovra avvolgente e Sneijder pesca sulla sinistra Kuyt sul cui cross Robben anticipa di testa il diretto marcatore e infila il 3-1. Con l'Uruguay ormai alle corde Robben manca in contropiede la quarta segnatura prima di essere sostituito in quella che parrebbe una passerella d'onore se la disattenta difesa olandese non regalasse un'altra rete. Siamo però già nel recupero e, pur con qualche affanno non giustificato, la vittoria viene condotta in porto.




I miei voti:

Stekelenburg: 4,5. L'errore sul primo gol gli fa perdere sicurezza. Anche sul secondo non è esente da colpe.
Boulahrouz: 5,5. Alterna chiusure tempestive a pasticci grossolani come il retropassaggio che libera Cavani.
Heitinga: 6. Non commette errori anche se, intimorito dal pressing uruguayano, tende troppo spesso a spazzare.
Mathijsen: 5,5. Il più sicuro ed affidabile della retroguardia se non fosse per i troppi metri regalati a Furlan in occasione del pareggio.
Van Bronckhorst: 6,5. Merita mezzo voto in più per il gran gol. Non va per il sottile nelle chiusure ma col passare del tempo rimane troppo ancorato in difesa.
de Zeeuw: 5. nullo in interdizione, non ha la personalità per proporsi e dettare il gioco.
Van Bommel: 6,5. La sua sagacia tattica gli consente di essere sempre nel vivo dell'azione per dispensare calci, simulazioni ma anche conquistare numerosi palloni.
Robben: 6,5. Se non è raddoppiato ha sempre la meglio sul diretto avversario e, pur non particolarmente brillante, riesce ancora una volta ad essere decisivo.
Sneijder: 6,5. Inizia malissimo sbagliando anche i tocchi più elementari. Non incide mai anche quando avrebbe lo spazio per farlo. Poi il gol, quello più importante, che lo conferma Re Mida.
Kuyt: 6,5. Prestazione forse troppo difensiva ma il suo contributo alla causa è sempre evidente e nel momento topico risulta determinante anche in avanti.
Van Persie: 6. Nel primo tempo si vede solo per una bella palla conquistata che però spreca malamente. Cresce nella ripresa che lo vede più presente e prezioso punto d'appoggio per i compagni.

Van der Vaart: 5,5. Comincia titubante facendo solo errori e addirittura addormentandosi con la palla tra i piedi in azione di contropiede. Un po' meglio quando riesce a giostrare più vicino alla porta.

lunedì 5 luglio 2010

Con tutto da perdere


Si torna dunque a disputare una semifinale mondiale dopo 12 anni. L'avversario sarà il miracolato Uruguay, graziato dal ghanese Gyan nei quarti e agevolato da un tabellone che non gli ha messo davanti ostacoli troppo impegnativi. L'Uruguay non è, come forza, tra le prime quattro squadre del mondo. Nemmeno tra le prime dieci. Sin qui ha mostrato poco più di una decente organizzazione difensiva (non certo però ai livelli dei cugini paraguayani) e due buoni attaccanti (Furlan e Suarez, quest'ultimo squalificato contro l'Olanda) all'inventiva dei quali ha affidato le sue speranze di fare gol.
L'Olanda partirà insomma come superfavorita e questo, almeno a livello di semifinali, in passato le ha sempre nuociuto. Ripenso agli Europei del '76, del '92, del 2000 con un po' di timore ma anche con la consapevolezza, datami dalla partita col Brasile, che a livello mentale la squadra è cresciuta e sembra in grado di gestire le difficoltà che comunque ci saranno senza avere cali di tensione. Da questo punto di vista il lavoro di Van Marwijk è stato sin qui esemplare. Il gruppo appare compatto e talmente determinato al raggiungimento dell'obiettivo che l'Uruguay non potrà fermarlo.

venerdì 2 luglio 2010

Olanda - Brasile 2-1


L'unica sorpresa nell'undici di partenza è rappresentata da Ooijer che sostituisce Mathijsen, costretto al forfait da un dolore al ginocchio accusato nel riscaldamento prepartita. Fari puntati su Robben e il suo annunciato duello con Bastos ma anche su Sneijder e Van Persie: oggi hanno il dovere di dimostrare quanto valgono!

La costante dei tre precedenti mondiali nei quali si era assistito a primi tempi noiosi e senza gol va in fumo dopo già 10 minuti, quanti ne servono al Brasile per portarsi in vantaggio con Robinho lesto a incunearsi nel cuore di una distratta difesa olandese ottimamente servito da una verticalizzazione di Melo. L'Olanda risponde immediatamente con una conclusione in diagonale di Kuyt deviata in angolo da Julio César. Resterà questo uno dei pochissimi interventi del portiere brasiliano in tutta la prima frazione nella quale il Brasile dà l'impressione di non faticare troppo a controllare le sporadiche iniziative olandesi che puntualmente si infrangono sulla trequarti avversaria. Sono anzi i brasiliani a sfiorare il raddoppio con una conclusione sottomisura di Juan che termina alta e soprattutto con un tiro a giro di Kakà che Stekelenburg è bravo a deviare sul fondo.
La ripresa comincia con un'Olanda più convinta che cerca di alzare il ritmo dell'incontro riuscendo a creare qualche situazione pericolosa al limite dell'area brasiliana. Ci vuole però un episodio fortunato sotto forma di papera/malinteso tra Julio César e Melo su cross di Sneijder per raggiungere il pareggio.




E' il 53esimo, minuto da annotare perché segna la svolta della partita che vede adesso un Brasile più titubante e meno preciso e gli olandesi che, pur non facendo nulla di trascendentale, riescono ad esercitare una certa pressione con costanza. I frutti non tardano ad arrivare e su angolo di Robben spizzato da Kuyt è Sneijder a mettere dentro di testa il gol del vantaggio. Passano pochi minuti e Melo si fa espellere scalciando Robben a terra sotto gli occhi dell'arbitro mettendo l'Olanda in una situazione ancora più agevole. In inferiorità numerica il Brasile si butta in avanti più con i nervi che con le idee ma solo  un buco di Heitinga su Kakà (salverà Ooijer) oltre a qualche mischia sottoporta riusciranno a creare qualche apprensione a Stekelenburg. L'Olanda dal canto suo fallisce  in modo banale almeno un paio di contropiede non riuscendo a chiudere la gara in anticipo per troppa sufficienza e dovendo invece aspettare il triplice fischio che non tarda comunque ad arrivare.

I miei voti:

Stekelenburg: 6,5. Incolpevole sul gol, si fa trovare pronto nell'unica altra occasione nella quale è chiamato in causa.
Van der Wiel: 6,5. Abbastanza bloccato e insicuro nel primo tempo cresce moltissimo nella ripresa che lo vede proporsi spesso e volentieri costringendo anche Robinho sulla difensiva.
Heitinga: 6. In anticipo sull'uomo sbaglia in una sola occasione. Lascia perplessi il suo movimento in occasione del gol brasiliano ma è tutta la difesa ad essere piazzata male.
Ooijer: 6. Non bello da vedere, spesso ruvido ma comunque efficace. Luis Fabiano non si vede mai anche per merito suo.
Van Bronckhorst: 6. Con tanti ringraziamenti a Dunga che dalla sua parte non mette nessun attaccante e pure a Kuyt che scende costantemente a dargli una mano.
de Jong: 6,5. Più volte si guarda la partita e più lo si apprezza. Lavoro oscuro svolto con attenzione.
Van Bommel: 6,5. Il suo stile "kicks & tricks" esaspera gli avversari risultando oltremodo prezioso in fase di contenimento e interdizione.
Robben: 6,5. Nessuna giocata d'autore ma sempre nel vivo del gioco con in più una marea di falli conquistati, alcuni emulando Louganis.
Sneijder: 7. Non una grande partita ma per fortuna o per bravura mette lo zampino (e la testolina) in entrambe le reti. Gli si chiedeva di essere decisivo e lo è stato.
Kuyt: 7. Determinante a livello difensivo su Maicon ha comunque le energie per dare un contributo importante anche in fase di possesso palla.
Van Persie: 6. Ha il compito improbo di restare da solo nella morsa dei centrali brasiliani. Nessuno spunto degno di nota ma molto movimento e il merito di provarci comunque.

Huntelaar: 5. Gioca solo gli ultimi 10 minuti ma sbaglia tutto il possibile compreso un gol praticamente fatto.

giovedì 1 luglio 2010

Alla resa dei conti


Domani l'Olanda affronterà il Brasile nei quarti di finale e sarà l'occasione tanto attesa per capire quanto si valga.
Sarà la prova del fuoco soprattutto per Van Marwijk che nonostante 8 vittorie su 8 nelle qualificazioni e 4 su 4 al Mondiale non è ben visto da gran parte della critica che lo accusa di avere snaturato il calcio olandese preferendogliene uno più pragmatico e meno offensivo. Parrebbe quasi che le penose prestazioni con Advocaat e Van Basten siano cadute nel dimenticatoio... Parrebbe quasi che nelle precedenti edizioni la squadra vincitrice dei Mondiali abbia dato spettacolo... Ma d'altronde, come ha detto saggiamente Van Bommel, "the dutch press always have something to cry about". Lasciamo quindi piagnucolare coloro ai quali una lunga storia di insuccessi pare non abbia insegnato nulla e limitiamoci a eliminare i brasiliani. Qualunque modo andrà bene. Loro nell'ormai lontano 1994 ci batterono grazie a un gol in fuorigioco chilometrico e a un altro nato da una punizione invertita, intervallati da un fuorigioco inesistente fischiato ad Overmars lanciato a rete.  Non mi pare che si fecero problemi e diventarono poi campioni del mondo. Quattro anni più tardi non riuscimmo a prenderci la rivincita. Ora è giunto il tempo!