Rispetto agli 11 scesi in campo contro il Cile, la novità è Verhaegh al posto di Janmaat mentre Van Persie si riprende il posto a scapito di Lens. Il modulo stavolta è un chiaro 3-5-2 con Kuyt che gioca almeno 20 metri più avanti rispetto alla gara precedente e Blind, al quale pare si debba sempre trovare un posto, che affianca Vlaar e de Vrij.
Neppure il tempo di annotare un'altra Olanda schierata in maniera eccessivamente difensiva e in chiara confusione nella fase di possesso, che de Jong deve abbandonare per un problema muscolare. Van Gaal lo sostituisce con Martins Indi avanzando Blind sulla linea dei centrocampisti. Senza de Jong a garantire il solito filtro, la difesa va però in difficoltà e non si contano gli errori individuali ai quali si riesce a porre rimedio solo grazie alla superiorità numerica. Il Messico non entusiasma ma effettua un pressing costante che non concede nulla e riesce pure a rendersi pericoloso con conclusioni dalla distanza. La più insidiosa, di Salcido, è deviata in angolo da Cillessen poco prima che l'arbitro conceda il time-out in ragione delle difficili condizioni climatiche. Un diagonale di Dos Santos, anch'esso respinto da Cillessen, riapre le ostilità e nel finale di frazione l'Olanda, grazie ad un malinteso della difesa messicana, si affaccia per la prima volta nell'area avversaria e può pure recriminare per un fallo apparso netto ai danni di Robben.
A pochi minuti dall'inizio della ripresa una conclusione da appena fuori area di Dos Santos, accompagnato ma non contrastato da Blind, regala ai messicani il vantaggio determinando, finalmente, una svolta tattica all'incontro. Van Gaal richiama un impalpabile Verhaegh e al suo posto inserisce Depay. Si torna al 4-3-3 con il versatile Kuyt terzino destro e Martins Indi a sinistra. L'effetto è immediato: il Messico, ormai a corto di ossigeno, arretra e l'Olanda riesce se non altro a stazionare nella trequarti avversaria. Sugli sviluppi di un angolo il pari sembra cosa fatta ma la conclusione a botta sicura di de Vrij trova prima un miracoloso Ochoa e poi il palo. Ancora Ochoa è bravo ad opporsi ad un diagonale di Robben dai cui piedi partono le uniche iniziative pericolose. Van Persie non è pervenuto e Van Gaal lo sostituisce con Huntelaar a un quarto d'ora dal termine. Quando una conclusione di Depay viene rimpallata da Martins Indi sembra proprio che non sia giornata e invece, al minuto 88, un colpo di testa di Huntelaar mantiene viva la palla dopo l'ennesimo angolo, Sneijder ci si avventa e scaraventa in rete un bolide dall'altezza del dischetto sul quale nessun portiere al mondo avrebbe potuto fare qualcosa.
L'inerzia del match è ora tutta nelle mani degli olandesi e Robben, in pieno recupero, riesce ad affondare nella difesa messicana fino ad essere toccato (ma è stato toccato?) da Marquez. Per Proenca è rigore che Huntelaar si prende l'incarico di calciare con la stessa determinazione con cui lo realizzerà di lì a poco.
I miei voti:
Cillessen: 5,5. Un paio di buoni interventi ma anche diverse avventatezze su uscite e passaggi. Sul gol poi non è impeccabile.
Vlaar: 5. Spesso fuori tempo sui diretti avversari, finisce per perdere molti, troppi duelli.
de Vrij: 5,5. Sicurezza non ne trasmette mai, ma è il più ordinato e concreto del reparto arretrato, e va pure vicinissimo al gol.
Blind: 4. E' il jolly che non sa fare nulla. Già era discutibile vederlo come centrale difensivo ma al posto di de Jong è semplicemente un danno per la squadra. Molle più del burro, in tutta la gara vince un solo contrasto.
Verhaegh: 5. Solo passaggi facili facili senza mai tentare di far salire la squadra. Molto titubante e per nulla convincente.
de Jong: n.g.
Wijnaldum: 5,5. Discreto il lavoro da incontrista ma, una volta con la palla tra i piedi, non trova mai di meglio che passarla indietro.
Sneijder: 7. Lo avrei salvato anche prima della rete perché, pur sbagliando molto nella misura, è l'unico che giocava con la faccia rivolta verso la porta avversaria. Il gol poi è la riprova della sua grinta (Van Persie sullo stesso pallone avrebbe cercato di stopparlo...).
Kuyt: 6,5. Lavora, e duro, in qualsiasi parte del campo venga messo. Qualitativamente non emerge ma risulta comunque preziosissimo.
Robben: 7,5. E' in una condizione fisica mostruosa. Quando gli altri sono stremati lui è ancora in grado di accelerare. Fa la differenza in ogni partita.
Van Persie: 4. Ha 30 anni ma ne dimostra 45, e non per la presenza dei primi capelli bianchi. Gioca da fermo, puntualmente anticipato dagli avversari, e se è costretto a fare una corsa ci mette 10 minuti a riprendersi.
Martins Indi: 5,5. Spesso troppo irruento, cerca di compensare col fisico costanti errori di posizionamento. Se la cava tuttavia senza commettere grossi danni.
Depay: 6,5. Solo con lui in campo ci si possono aspettare guizzi e imprevedibilità. Rimane il dubbio se sarebbe in grado di garantirli anche partendo dall'inizio.
Huntelaar: 7,5. Fa quello che ci si aspetta da lui, creando apprensione alla retroguardia messicana e risultando fondamentale nell'azione del pareggio. Poi fa pure quello che non ci si aspetta, assumendosi la pesante responsabilità del rigore, lui che con lo Schalke ha una media da mettere i brividi.