mercoledì 2 giugno 2010

Olanda - Ghana 4-1


L'unico motivo di interesse della gara può essere ricercato nella sfida per guadagnarsi il posto da titolare al Mondiale tra tutti coloro che ho definito "centrocampisti offensivi". Van Marwijk conferma questo punto di vista partendo con Kuyt, Sneijder, Afellay e terminando l'incontro con Babel, Van der Vaart, Elia, impiegando cioè le sue tre sostituzioni solamente in questo reparto (mancava Robben, tenuto precauzionalmente a riposo). Per il resto solo conferme con, come unica eccezione, il contentino dato a Vorm e Boschker impiegati un tempo per uno.
In una prima mezz'ora giocata a ritmo molto basso e davvero avara di emozioni vanno a referto solo un paio di imprecise conclusioni dalla distanza da parte di Afellay e Sneijder. Gli africani con un 4-5-1 che presenta le due linee molto vicine applicano il fuorigioco con attenzione finendo per creare sulla tre quarti difensiva uno sbarramento che impedisce agli olandesi di avvicinarsi all'area di rigore. Per superarlo occorre una bella giocata di Sneijder che imbecca Van Persie la cui conclusione non è trattenuta dal portiere avversario rendendo agevole a Kuyt, paradossalmente fuori posizione a causa di un'azione precedente, la rete del vantaggio. Sarà l'unico guizzo prima del 63esimo, il minuto che segna l'ingresso di Van der Vaart (al posto di Afellay) che dà a tutto il reparto offensivo quel dinamismo fino ad allora assente. Sarà lui, ben servito da Van Bommel, a centrare il raddoppio con un'azione in velocità; sarà da un suo angolo, schema evidentemente studiato, che Sneijder coglierà la terza rete con un tiro al volo da fuori area; sarà sempre lui, stavolta imbeccato da Van der Wiel (in assoluto il migliore dei suoi) a guadagnarsi un rigore, per la verità parecchio generoso, che Van Persie trasformerà nel poker di giornata. In mezzo la solita e ormai abbastanza preoccupante disattenzione difensiva, stavolta in cooperazione tra Mathijsen e Van Bronchkorst che costa la rete del 2-1.
In definitiva, tornando al discorso di partenza, salgono le quotazioni di Van der Vaart, calano quelle di Kuyt, un gol ma prestazione insufficiente, e di Afellay che col Messico aveva fatto molto meglio, sprofondano quelle di Babel, tre palloni toccati e altrettanti errori.

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