lunedì 28 giugno 2010

Olanda - Slovacchia 2-1


Robben parte dal primo minuto, Van der Vaart si accomoda in panchina e la formazione è finalmente quella che Van Marwijk ritiene la migliore possibile.
L'approccio non è diverso dalle altre gare ma le maglie slovacche nella parte centrale del campo sono più larghe rispetto a quelle danesi o giapponesi e ci sarebbe da subito l'opportunità di pungere se non si facessero troppi errori in fase di impostazione. La prima occasione da rete non tarda comunque ad arrivare grazie a un'ottima giocata di Van Persie che libera al tiro Sneijder la cui conclusione è però fiacca. La seconda è già decisiva: minuto 17, Mathijsen recupera palla al limite della propria area, fulmineo e perfetto lancio di Sneijder a sfruttare la velocità di Robben che, una volta raggiunta la sfera, si accentra e realizza con un rasoterra a fil di palo. Raggiunto il vantaggio l'Olanda si limita ad un paziente possesso di palla con l'obiettivo principale di non scoprirsi riuscendo ampiamente nell'intento tanto che per tutta la prima frazione la Slovacchia non riuscirà a costruire una sola nitida occasione da rete. Saranno invece gli olandesi a sfiorare il raddoppio con Van Persie che, lanciato in velocità da Van Bommel, conclude però in maniera sporca.




La ripresa si apre ancora nel segno dell'Olanda con un'altra magia di Robben che, liberatosi al limite dell'area, costringe Mucha ad un grande intervento. Lo stesso portiere slovacco è protagonista anche sul successivo angolo quando sventa una conclusione da pochi passi di Mathijsen, servito ancora da Robben. Fallito il raddoppio si finisce per soffrire con qualche sbavatura di troppo in difesa. Sale allora in cattedra Stekelenburg che prima è bravo a sventare una conclusione di Stoch, liberatosi di un colpevole Van der Wiel, e poi a ripetersi su Vittek  nell'occasione lasciato ingenuamente solo da de Jong nel tentativo di metterlo in fuorigioco. Con le squadre più stanche aumentano anche gli spazi. Kuyt punge dalla distanza ma l'opportunità più ghiotta è ancora per Vittek che calcia alto da buonissima posizione (stavolta è Van der Wiel a non salire). Quando mancano meno di dieci minuti al termine è però l'Olanda ad avere il guizzo giusto con Kuyt che controlla in modo perfetto un lancio di Van Bronckhorst su punizione, elude il portiere uscito avventatamente e serve a Sneijder il raddoppio su un piatto d'argento. Nel finale l'unica emozione riesce a regalarla l'arbitro inventandosi un rigore per un'uscita di Stekelenburg su Vittek che realizza senza nemmeno avere il tempo di tornare al centro del campo.

I miei voti:

Stekelenburg: 7,5. Inoperoso per un'ora risulta determinante con due parate non facili.
Van der Wiel: 5. Malissimo il primo tempo nel quale non si contano i suoi errori, un po' meglio il secondo ma affrontato sempre con troppa sufficienza e poca concentrazione.
Heitinga: 6,5. Gioca sempre di anticipo con attenzione e senza sbavature. Al pari di Mathijsen non lo reputo colpevole dei due buchi che si sono visti al centro.
Mathijsen: 7. Per tutto il primo tempo sembra giocare a uomo su Vittek al quale non concede nulla. Non perde un contrasto recuperando moltissimi palloni.
Van Bronckhorst: 5,5. Più attento alla fase difensiva commette però troppi errori in impostazione.
de Jong: 6,5. Molto importante in copertura raddoppia sistematicamente ogni avversario risultando spesso determinante nella conquista del possesso palla.
Van Bommel: 6. Non brillante come nelle precedenti gare fa valere soprattutto la sua esperienza.
Robben: 7,5. Non può che andare a fiammate ma che fiammate! Decisivo.
Sneijder: 6. Due buonissime aperture per Robben e un gol facile facile compensano a fatica i moltissimi errori, anche banali, che costellano la sua partita.
Kuyt: 6,5. La corsa è la sua arma in più. La sfrutta al meglio dando il suo contributo a tutto campo.
Van Persie: 6,5. Più attivo e preciso rispetto alle ultime prestazioni è purtroppo poco servito. Fa male però ad arrabbiarsi al momento della sostituzione.

Elia: 6,5. Gioca gli ultimi 20 minuti al posto di Robben creando problemi alla difesa avversaria con le sue qualità tecniche e la sua velocità.

venerdì 25 giugno 2010

Olanda - Camerun 2-1


Van Marwijk non rischia il diffidato Van der Wiel e schiera al suo posto Boulahrouz. Per il resto è la solita formazione con Robben ormai ristabilito pronto a subentrare.
L'Olanda è già qualificata, il Camerun già eliminato e la partita appare subito meno bloccata rispetto alle precedenti. Le squadre si affrontano a viso aperto, ci sono più spazi e la maggiore difficoltà degli olandesi consiste nel far arrivare la palla oltre la metacampo. Non è raro infatti vedere i difensori costretti a far ripartire le azioni dal limite della propria area con 4/5 avversari a pressare. Raramente si riesce a distendersi e sempre sulla sinistra grazie a un propositivo Van Bronckhorst che prima pesca molto bene al limite dell'area Van Persie la cui conclusione è troppo centrale e poi dà il via a una bella azione che libera Sneijder  al tiro che viene però ribattuto. Il Camerun non sta a guardare e un'uscita di Stekelenburg mette i brividi ma sono ancora gli olandesi a creare i pericoli maggiori con un diagonale di Kuyt che esce di poco. E' il preludio al gol che arriva poco dopo la mezz'ora grazie a Van Persie che conclude nel migliore dei modi un triangolo in velocità con Van der Vaart. La rete ha come conseguenza un generale abbassamento del ritmo e per il resto del tempo non si registrano altri spunti degni di nota.




Nella ripresa il primo pericolo è portato ancora da Van Persie ben servito in profondità da Van Bommel ma la sua conclusione è nuovamente facile preda del portiere. E' ancora Soleymanou a sventare una pericolosa punizione di Sneijder prima che, siamo al 60esimo, il Camerun viva il momento migliore della sua partita che culmina con una conclusione da dentro l'area di Makoun (bravo Stek) e col successivo pareggio realizzato su rigore da Eto'o (ingenuo mano di Van der Vaart a ribattere una punizione dal limite). L'Olanda potrebbe immediatamente riportarsi avanti ma de Jong non trova il giusto impatto con la palla scodellata a centro area da Van der Vaart.  Ci si avvicina al fischio finale e gli spazi assomigliano sempre più a praterie nelle quali Van Marwijk fa bene ad inserire prima Elia e poi Robben. E' infatti proprio a conclusione di un contropiede impostato dai due neoentrati che l'Olanda trova il definitivo vantaggio. A realizzarlo è Huntelaar, subentrato in precedenza a Van Persie, che è abile a centrare la porta dopo il palo colpito da Robben il cui rientro è la seconda buona notizia di giornata. La prima è che negli ottavi ci toccherà la Slovacchia.





Sottolineo la terza consecutiva ottima prova di Van Bommel, autentica diga in fase di interdizione, l'unico dal quale al momento non si possa prescindere e la sufficienza risicata del trio Kuyt, Sneijder, Van der Vaart che, lasciato libero di svariare su tutto il fronte offensivo e contro una difesa non certo arroccata, ha regalato solo qualche fiammata facendo in definitiva molto meno di quanto sarebbe stato lecito attendersi.

martedì 22 giugno 2010

Cattivi presagi


Dopo la seconda giornata dei gironi eliminatori l'Olanda è una delle due squadre (l'altra è il Brasile) ad essere già qualificata agli ottavi ed una delle quattro, assieme ad Uruguay, Cile e Portogallo, a non avere ancora incassato una rete, eppure...
Non mi preoccupa tanto la carente qualità del gioco espresso sinora quanto l'atteggiamento che ne è forse la causa. Non ho infatti intravisto nulla che mi faccia pensare ad un cambio di tendenza rispetto a quello tenuto contro la Russia nel 2008, contro il Portogallo nel 2006 e, perché no, contro l'Italia nel 2000, tutte circostanze nelle quali, da favoriti, si è affrontata la gara con supponenza, spavalderia, senza la necessaria determinazione quasi che la vittoria dovesse comunque arrivare. E invece sappiamo come è finita, sappiamo dove può portare uno sterile e ripetitivo "ticchete-tocchete" senza cambi di marcia, senza iniziative personali, senza alcun tentativo fuori dagli schemi per creare superiorità numerica.
Ora ci si appresta ad affrontare un ottavo di finale presumibilmente contro l'Italia che, pur non giocando quasi mai bene, negli ultimi 20 anni ha perso un solo incontro a eliminazione diretta (Corea del Sud, 2002) nel quale, peraltro, più degli avversari è stato determinante l'arbitraggio.
Insomma, con queste premesse c'è poco da essere ottimisti a meno che non si decida di mettere nel cassetto tutti gli specchi e abbandonare l'atteggiamento da cicala per gettare finalmente sul rettangolo di gioco grinta e cuore.

sabato 19 giugno 2010

Olanda - Giappone 1-0


Stessa formazione titolare e, purtroppo, stesso copione della gara d'esordio con un'Olanda se possibile ancora più lenta, accademica, prevedibile. Ne risulta una prima frazione davvero difficile da commentare nella quale gli olandesi hanno mantenuto il possesso palla per circa il 70% del tempo riuscendo tuttavia a concludere verso la porta avversaria solo con una punizione di Sneijder a inizio partita e un tiro velleitario di Van der Vaart nel recupero. Per il resto una fitta ragnatela di passaggi a centrocampo senza mai quello spunto in velocità in grado di impensierire la difesa giapponese, peraltro molto attenta e organizzata. Il Giappone  dal canto suo ha sfruttato nel migliore dei modi l'ossessione dell'Olanda di creare gioco mettendo tre uomini a pressare già i difensori costretti  in tal modo ad arretrare spesso, dando vita a lunghe fasi di stallo della gara.
Nei primi 5 minuti della ripresa si riesce a creare più che nei precedenti 45 con Van Persie che, imbeccato prima da Van Bronckhorst e poi da Van Bommel, conferma però il suo momento di scarsa vena. L'Olanda finalmente più aggressiva si porta ora con maggiore frequenza dalle parti dell'area giapponese e proprio su una palla vagante appena uscita dall'area si avventa Sneijder che realizza una splendida rete colpendo di prima intenzione. Il vantaggio non sblocca tuttavia gli olandesi che anzi indietreggiano di fronte alla maggiore  spinta degli avversari. La partita non regala altre grosse emozioni ma un Giappone mai domo staziona costantemente nella metacampo olandese arrivando a sfiorare il pareggio con una conclusione da dentro l'area che finisce però alta. Anche l'Olanda potrebbe arrotondare ma per due volte il neoentrato Afellay lanciato in velocità perde in modo ingenuo il duello personale con il portiere avversario.




I miei voti:

Stekelenburg: 7. Solo parate di ordinaria amministrazione ma senza la minima sbavatura.
Van der Wiel: 6. Poche sortite con scarso successo ma sempre attento alla fase difensiva.
Heitinga e Mathijsen: 6. Li accomuno ancora una volta per una prestazione speculare che li ha visti sicuri in una difesa arroccata ma abbastanza titubanti se presi in velocità.
Van Bronckhorst: 5,5. Una sua ingenuità costa il cartellino giallo a Van der Wiel. Per il resto nessun danno ma solo il compitino.
de Jong: 5. Non è il solito motorino cacciatore di palloni. Rimane spesso passivo e si fa notare solo per una lunga serie di passaggi all'indietro.
Van Bommel: 7. E' ancora una volta il migliore dei suoi. Perde pochi palloni e ne recupera molti distribuendoli con intelligenza.
Kuyt: 5. Dovrebbe garantire pericolosità offensiva ma lo si vede solo difendere.
Sneijder: 6. Il gol, bello e importante, salva la sua prestazione per il resto ancora sottotono, priva di ogni iniziativa.
Van der Vaart: 5. Non è solo colpa sua ma è ormai appurato che il gioco sulla fascia non faccia per lui.
Van Persie: 5. Non è aiutato dalla squadra e gli arrivano poche palle giocabili. Peccato che le giochi tutte male.

Elia: 6. Non è il fenomeno visto contro i danesi e sbaglia i primi controlli. Serve però un ottimo assist ad Afellay.
Afellay: 5. Non fa mancare il suo dinamismo e ha il pregio di farsi trovare al posto giusto in due occasioni che sbaglia però in modo grave.

lunedì 14 giugno 2010

Olanda - Danimarca 2-0


E' l'esordio mondiale e Van Marwijk, del quale non si può certo dire che ami sorprendere, propone la formazione che tutti si aspettavano. Con Robben infortunato (ma pare che il santone Van Toorn riesca a rimetterlo in sesto a tempo di record) giocano sia Kuyt, a destra, che Van der Vaart, a sinistra.
Anche la Danimarca è quella che ci si aspetta: diligente, ordinata, disposta a concedere il possesso di palla all'avversario ma prontissima a ripartire. Per metterla in difficoltà occorrerebbero accelerazioni in mezzo al campo ma l'Olanda appare troppo lenta e poco ispirata. Nelle uniche due circostanze in cui si riesce a giocare in velocità con palla a terra Van der Vaart si dimostra poco freddo e non riesce a concretizzare. Con il passare del tempo sono anzi i danesi a farsi preferire: Rommedahl imperversa sulla destra sia come uomo assist (colpo di testa a lato di Bendtner) che concludendo lui stesso su un attento Stekelenburg che si ripete poco dopo su Kahlenberg. Per annotare una buona occasione olandese bisogna invece aspettare la fine della prima frazione con un errore difensivo che libera al tiro Van Persie al quale manca il guizzo dei tempi migliori.




 Il vero regalo danese arriva però ad inizio ripresa con uno sciagurato colpo di testa di Poulsen che insacca nella propria porta un innocuo cross di Van Persie. Pochi minuti e lo stesso centravanti potrebbe chiudere l'incontro ma ancora una volta sciupa banalmente l'occasione fallendo il facile controllo. La Danimarca, costretta adesso a prendersi l'iniziativa, dimostra tutti i suoi limiti e si assiste ad una fase di stallo dell'incontro con le difese che hanno puntualmente la meglio sugli attaccanti avversari. La scossa agli olandesi la danno gli ingressi di Elia ed Afellay (sostituiti Van der Vaart e Van Persie) con il primo soprattutto che regala un numero ad ogni palla toccata. Anche Sneijder si sveglia dal torpore generale e prima sfiora la rete con una conclusione che, deviata, colpisce la parte superiore della traversa e poi dà il via all'azione del raddoppio servendo un ottimo pallone proprio ad Elia che, col portiere in uscita, centra il palo regalando a Kuyt un facile tip-in. Nei minuti finali il punteggio potrebbe ulterioremente arrotondarsi ma Poulsen si riscatta parzialmente togliendo dalla porta una conclusione a botta sicura di Afellay ben servito da Kuyt.




I miei voti:

Stekelenburg: 7. Poco impegnato ma sempre sicuro sia tra i pali che con la palla ai piedi.
V
an der Wiel: 6,5. Molto bene nel primo tempo nel quale spinge in continuazione prendendosi anche responsabilità. Cala alla distanza.
Heitinga e Mathijsen: 6,5. Entrambi in difficoltà quando i danesi riescono a giocare in contropiede con palla a terra, non sbagliano nulla in tutta la ripresa anticipando costantemente i diretti avversari.
Van Bronckhorst: 5. Rommedahl scende tre volte dalla sua parte: due occasioni pericolose e una punizione insidiosa per un suo fallo. Semplicemente incapace di difendere.
de Jong: 6. Sicuramente è il più dinamico (è quello che ci si aspetta da lui) ma spesso poco lucido e, in almeno un paio di circostanze, anche troppo rude.
Van Bommel:
7,5. E' l'unico che per tutta la partita riesce a ragionare verticalizzando o allargando sulle fasce a seconda delle circostanze senza mai buttare un pallone. E non fa mancare il lavoro di interditore.
Kuyt: 6. Insufficiente per un'ora, quasi sempre abbandonato a sé stesso sulla fascia, ritrova improvvisamente la verve una volta che, uscito Van Persie, viene spostato al centro dell'attacco.
Sneijder: 6. Delude nel primo tempo nel quale gioca con presunzione cercando la porta da distanze siderali senza mettersi al servizio della squadra. Meglio nella ripresa quando, pur senza strafare, diventa un importante collante tra difesa e attacco.
Van der Vaart: 5. Comincia toccando molti palloni ma senza mai farne qualcosa di buono. Appare lezioso e poco utile.  Scompare a poco a poco tanto che nei venti minuti della ripresa in cui gioca non si hanno sue notizie.
Van Persie: 5. Sembra svogliato, poco concentrato. Di sicuro è assai impreciso sia nelle conclusioni che nei passaggi più banali.

Elia: 8. Ogni palla che tocca è una giocata da applausi. Conferma di essere un'arma formidabile da usare a partita in corso
Afellay: 7. Gioca solo un quarto d'ora ma corre moltissimo regalando qualità e dinamismo ad una squadra che oggi ne aveva molto bisogno.

sabato 5 giugno 2010

Olanda - Ungheria 6-1


Van Marwijk schiera la formazione che dovrebbe affrontare la Danimarca tra nove giorni con l'unica eccezione di Robben, ancora non al meglio e pertanto in panchina. In prospettiva gli unici a giocarsi qualcosa in questa gara sembrano essere Kuyt e Van der Vaart, uno dei quali sarà destinato a fargli spazio.
Al primo affondo l'Ungheria è già avanti con un sinistro a giro di Dszudszak al quale la difesa olandese e Van Bronckhorst in particolare regalano troppo spazio. Il gol a freddo rende l'inizio dell'incontro più piacevole rispetto alle ultime gare con l'Olanda che non tarda a prendere le redini del gioco con autorevolezza. Il pareggio sembra solo questione di tempo ed arriva al 21esimo con Van Persie, lesto a sfruttare il buon lavoro di Kuyt sulla destra. E' proprio quest'ultimo il protagonista della prima frazione: passano pochi minuti e realizza quella che sarebbe la rete del vantaggio se l'arbitro non la annullasse per misteriosi motivi  ed è ancora lui a servire una palla d'oro a Van Persie che  di testa mette fuori. Fa più fatica Van der Vaart sulla sinistra dove si finisce per non giocare praticamente mai. Il tempo si conclude comunque in parità solo per puro caso con un'Ungheria praticamente sparita dal campo dopo la fiammata iniziale.
La ripresa comincia con Robben che prende il posto di Kuyt sulla destra e con una pressione costante sulla difesa ungherese la cui capitolazione è davvero nell'aria. Sneijder prima spreca calciando sul portiere la palla del possibile vantaggio e poi finalmente realizza sottomisura ben servito da Van Bronckhorst. E' il 56esimo ed è solo l'inizio di 20 minuti scoppiettanti nei quali andranno a segno in rapida successione Robben (secondo assist per il capitano), Van Bommel con una botta da fuori, Elia con una spettacolare serpentina e ancora Robben con un tiro a giro all'incrocio dei pali. Tutto perfetto? Nient'affatto. A partita quasi finita un probabile stiramento alla coscia ferma proprio Robben che a questo punto sarà difficilmente recuperabile per la coppa del mondo.

mercoledì 2 giugno 2010

Olanda - Ghana 4-1


L'unico motivo di interesse della gara può essere ricercato nella sfida per guadagnarsi il posto da titolare al Mondiale tra tutti coloro che ho definito "centrocampisti offensivi". Van Marwijk conferma questo punto di vista partendo con Kuyt, Sneijder, Afellay e terminando l'incontro con Babel, Van der Vaart, Elia, impiegando cioè le sue tre sostituzioni solamente in questo reparto (mancava Robben, tenuto precauzionalmente a riposo). Per il resto solo conferme con, come unica eccezione, il contentino dato a Vorm e Boschker impiegati un tempo per uno.
In una prima mezz'ora giocata a ritmo molto basso e davvero avara di emozioni vanno a referto solo un paio di imprecise conclusioni dalla distanza da parte di Afellay e Sneijder. Gli africani con un 4-5-1 che presenta le due linee molto vicine applicano il fuorigioco con attenzione finendo per creare sulla tre quarti difensiva uno sbarramento che impedisce agli olandesi di avvicinarsi all'area di rigore. Per superarlo occorre una bella giocata di Sneijder che imbecca Van Persie la cui conclusione non è trattenuta dal portiere avversario rendendo agevole a Kuyt, paradossalmente fuori posizione a causa di un'azione precedente, la rete del vantaggio. Sarà l'unico guizzo prima del 63esimo, il minuto che segna l'ingresso di Van der Vaart (al posto di Afellay) che dà a tutto il reparto offensivo quel dinamismo fino ad allora assente. Sarà lui, ben servito da Van Bommel, a centrare il raddoppio con un'azione in velocità; sarà da un suo angolo, schema evidentemente studiato, che Sneijder coglierà la terza rete con un tiro al volo da fuori area; sarà sempre lui, stavolta imbeccato da Van der Wiel (in assoluto il migliore dei suoi) a guadagnarsi un rigore, per la verità parecchio generoso, che Van Persie trasformerà nel poker di giornata. In mezzo la solita e ormai abbastanza preoccupante disattenzione difensiva, stavolta in cooperazione tra Mathijsen e Van Bronchkorst che costa la rete del 2-1.
In definitiva, tornando al discorso di partenza, salgono le quotazioni di Van der Vaart, calano quelle di Kuyt, un gol ma prestazione insufficiente, e di Afellay che col Messico aveva fatto molto meglio, sprofondano quelle di Babel, tre palloni toccati e altrettanti errori.