Il timore, paventato dopo la gara con l'Inghilterra, che le vittorie tendano ad offuscare la capacità di giudizio di un allenatore si è rivelato purtroppo fondato. Koeman punta infatti sulla solita formazione ignorando quanto sia Bergwijn che Babel fossero stati nulli contro gli inglesi. Il risultato è che saranno ancora nulli e i primi ad essere sostituiti nella ripresa. Era allora davvero il caso di riproporli?
Constatare che in quasi ogni segnatura dell'Olanda c'è lo zampino di Depay e mai dei compagni di reparto non dovrebbe far pensare che sarebbe il caso di accostargli un partner decente?
Con la speranza che anche Koeman, seppure in notevole ritardo, arrivi a porsi le stesse domande, incassiamo l'ennesima sconfitta dal Portogallo, forse la più meritata tra tutte quelle che hanno costellato il nuovo millennio.
I portoghesi sono stati semplicemente più determinati, più reattivi, più vogliosi e grintosi nel perseguire l'obiettivo mentre l'Olanda, con l'unica possibile scusante della maggiore stanchezza fisica, è apparsa apatica, con un atteggiamento quasi distaccato se non rassegnato.
Decisiva a sancire il predominio dei padroni di casa l'incursione di Bernardo Silva allo scoccare dell'ora di gioco, e il suo assist per Guedes la cui conclusione dal limite, potente e angolata, piega la mano protesa di Cillessen. L'Olanda sfiora il pareggio qualche minuto dopo con un colpo di testa del solito Depay che finisce però su Rui Patricio. Resterà l'unica seria possibilità e l'ingresso, tardivo, di Luuk de Jong aggiungerà solo materiale a quello che sarebbe potuto essere ma non è stato.