Il confermato 5-3-2 deve fare a meno, oltre che di de Jong, anche di Sneijder, infortunatosi nel riscaldamento. A centrocampo De Guzman e Wijnaldum sono allora schierati ai lati di Clasie.
Non passano nemmeno 2 minuti che Robben, ben imbeccato da Van Persie, va via in velocità a Thiago Silva che lo ferma fallosamente al limite dell'area. L'arbitro concede il rigore (ma sarebbe stata più giusta l'espulsione) che Van Persie trasforma dando subito un duro colpo alle speranze dei brasiliani di rifarsi dopo l'umiliante 1-7 patito in semifinale. E il Brasile dà infatti l'impressione di essere una squadra psicologicamente a terra che prova sì a reagire ma in modo sconclusionato, disordinato, senza la minima disciplina tattica. La riprova di questo stato confusionale la fornisce David Luiz che intorno al quarto d'ora non trova di meglio che respingere un cross di De Guzman al centro dell'area di rigore. Blind ha tutto il tempo di stoppare e aggiustarsi il tiro prima di insaccare la rete del raddoppio. Per l'Olanda difensivamente solida vista in questo mondiale è già più che sufficiente. Il Brasile attacca con molto cuore e poca testa ma, ad eccezione di Oscar, sembra che nessuno sia in grado di impensierire la retroguardia olandese. Cillessen rimane inoperoso come del resto il suo collega Julio Cesar, anche se stavolta Wijnaldum è più propositivo, Van Persie più sveglio e Robben una continua minaccia. Vlaar, de Vrij e nell'occasione pure Blind, fanno un figurone al cospetto dei demoralizzati avversari e la gara si trascina tra molti errori e poche emozioni con l'ultima che arriva in pieno recupero grazie a Wijnaldum che finalizza nel migliore dei modi una combinazione Robben-Janmaat e scrive i titoli di coda di questo mondiale orange.