sabato 1 marzo 2014

L'unica cosa da fare

Al pari della scorsa stagione nella quale la Fiorentina fu letteralmente derubata dal Milan del terzo posto, la storia si sta ripetendo anche quest'anno con il Napoli immeritatamente terzo e la Fiorentina alle sue spalle, continuamente e chirurgicamente bastonata da arbitri che solo gli ingenui e gli ipocriti possono continuare a definire "in buona fede". 
Non può essere infatti un caso che in due stagioni consecutive, proprio quelle in cui lottava per il terzo posto, la dea bendata si sia accanita sulla Viola togliendole una decina di punti a campionato.
Non sono scandalizzato e neppure troppo infastidito perché non è poi così difficile rendersi conto di come funzionino le cose nell'ambiente calcistico, l'unico, tra quelli sportivi, che si rifiuta di progredire, terrorizzato dalle conseguenze di una maggiore trasparenza.
Mi lascia però alquanto perplesso il fatto che continui ad accettare questa situazione chi, esclusivamente per decisioni prese dall'alto, ci rimette numerosi milioni a stagione.
Come può un imprenditore come Della Valle tollerare che in due anni venga derubato di una cinquantina di milioni, quelli che la Fiorentina avrebbe incassato nel caso di qualificazione alla Champions League?
Sì, certo, si sarà mosso nelle cosiddette "sedi opportune", avrà reclamato il dovuto rispetto per i tifosi e la città, ma tutti sanno che l'utilità di queste iniziative è nulla. Di sicuro lo sa, e fin troppo bene, qualsiasi tifoso della Fiorentina che abbia seguito la squadra negli ultimi 20 anni.
Quello che Della Valle  dovrebbe invece avere il coraggio di fare sarebbe prendere una decisione drastica ed epocale quale staccarsi dalla Lega e crearne un'altra.
Una nuova lega con tempo effettivo, moviola in campo, diritti televisivi equamente distribuiti tra le partecipanti otterrebbe l'adesione immediata di numerose società e finirebbe per mettere in crisi l'attuale che si troverebbe con una manciata di squadre, le uniche tutelate dal sistema vigente. Senza contare che l'inserimento delle nuove tecnologie garantirebbe alla lega nascente una curiosità e un interesse a livello mondiale, con ritorni economici non indifferenti.
Sarebbe una battaglia dura e ricca di insidie con squadre ovviamente escluse dalle competizioni europee (ma tanto quando mai sarebbero arrivate in Champions?) e giocatori esclusi dalle proprie Nazionali, ma che regalerebbe al calcio una dote assai più importante: la credibilità che ad alti livelli non ha quasi mai avuto.

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