Essere praticamente perfetti per 135 minuti (tutta la gara di andata più un tempo di quella di ritorno) non è sufficiente per passare un quarto di finale europeo. Deve averlo capito anche l'Ajax che dopo l'agevole e sin troppo esiguo, per quanto visto sul campo, successo nella gara di andata (doppietta di Klaassen, primo su rigore), si presenta spavaldo anche a Gelsenkirchen dove, grazie soprattutto a velocità e palleggio, controlla la gara senza concedere più di tanto ai padroni di casa. Questo però sino ad inizio ripresa quando in due occasioni ravvicinate viene preso di infilata dagli avanti tedeschi che in un attimo pareggiano il conto. E' il momento più duro, si rischia davvero l'imbarcata ma si riesce alla fine a limitare i danni ritrovando un buon equilibrio non intaccato nemmeno dall'espulsione di Veltman (ma che paura sul colpo di testa del grande ex Huntelaar nel recupero!). Certo, affrontare ancora mezz'ora in 10 sembra proibitivo e quando Caligiuri firma il 3-0 nel finale di primo tempo supplementare è pronto il de profundis. Ma ciò che non ci uccide ci fortifica. Lo diceva proprio un tedesco. I lanceri si gettano in avanti e, complice l'evidente stanchezza degli avversari, riescono a stazionare nei pressi dell'area tedesca quel tanto che basta per trovare il gol qualificazione con Viergever. Younes allo scadere ne fa un altro ma a quel punto tutto era già stato scritto.
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