lunedì 13 agosto 2012

Ancora tu


La mancata qualificazione al Mondiale nippo-coreano del 2002 rimarrà una macchia indelebile nella sua carriera. Una macchia ripetutamente ricordata dai suoi detrattori (vedi Cruyff o Van Basten), per una volta, e per convenienza, dimentichi della loro sbandierata filosofia che il gioco sia più importante dei risultati. 
Sia chiaro, l'Olanda guidata in quei 14 mesi da Van Gaal non fece esattamente calcio spettacolo ma gli episodi e la sfortuna, più che l'allenatore, ebbero un'incidenza fondamentale in quell'amara eliminazione. Un paio di ingenuità difensive le costarono una vittoria in Portogallo che sarebbe stata sacrosanta. Gli errori di Kluivert, e pure dell'arbitro, ne decretarono il fallimento nella partita da "dentro o fuori" di Dublino. 
A oltre 10 anni di distanza Van Gaal avrà la sua seconda, a lungo inseguita, chance con il doppio compito di qualificare la squadra ai Mondiali del 2014 e di riportare in Nazionale un calcio più consono allo stile olandese, troppo spesso snaturato dagli ultimi CT. Per farlo dovrà essere in grado di risollevare un gruppo fresco reduce da un Europeo disastroso ma, proprio per questo, col vantaggio di potere partire da zero, senza gerarchie precostituite. E' in tal senso che possono essere guardate con interesse le prime convocazioni diramate per la gara di ferragosto contro il Belgio.
Dei 23 dell'Europeo mancano Van Bommel, Bouma e Boulahrouz per i quali le porte della Nazionale appaiono definitivamente chiuse, oltre a Schaars, Luuk de Jong e Van der Wiel.
Nuove facce soprattutto in difesa con Van Rhijn, Viergever e de Vrij ai quali si è aggiunto a sorpresa, visto che non era tra i preselezionati, Martins Indi.

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