L'unica novità nell'undici di partenza rispetto alla partita di sabato è l'inserimento di Sneijder al posto di Van Persie, uscito malconcio dal match contro gli scozzesi.
Sorprende in avvio l'atteggiamento dei macedoni che, invece di ergere le barricate come ci si sarebbe aspettato, sembrano intenzionati a giocarsi la partita. Se da un lato però riescono a creare qualche grattacapo alla difesa olandese, dall'altro si espongono ad alti rischi ogni qual volta perdono il possesso della palla. Già dopo pochi minuti Huntelaar va vicino alla segnatura con un tiro di poco alto ma il vantaggio sembra solo questione di tempo e arriva al quarto d'ora quando un fraseggio dal limite dell'area tra Sneijder e Robben è concluso con un tiro-cross di quest'ultimo sul quale si avventa Kuyt che insacca sottomisura. Non passano nemmeno dieci minuti e sull'ennesima incursione olandese nell'area avversaria, Huntelaar, favorito da un doppio rimpallo, si ritrova tra i piedi un pallone invitante che con un tocco morbido manda alle spalle del portiere. Nel finale di tempo poi, nel più classico dei contropiede, Kuyt, ben lanciato da Sneijder, realizza la personale doppietta con un preciso rasoterra che chiude definitivamente la partita.
La ripresa comincia con Babel al posto di Robben e proprio il nuovo entrato va subito vicino al gol con una conclusione a distanza ravvicinata ben neutralizzata dal portiere macedone. Da questo momento la partita, pur non scadendo a livello agonistico con tutti i giocatori sempre molto decisi in ogni contrasto, viene giocata soprattutto a centrocampo e nella successiva mezz'ora l'unica occasione da rete è degli ospiti con Naumosky che, lasciato colpevolmente solo da Van Bronckhorst (mi mancavano le sue disattenzioni), spreca alzando troppo la mira. Nel finale di gara gli ingressi di Van der Vaart e Afellay danno nuova linfa all'Olanda che prima arrotonda il punteggio con una bella girata proprio di Van der Vaart e poi sfiora ripetutamente la quinta rete con una Macedonia ormai sulle gambe.