Se ne aveva già avuto sentore negli anni scorsi, ma l'ultima sessione di mercato lo ha confermato al di là di ogni ragionevole dubbio: l'obiettivo dei Della Valle, quello sportivo e non certo il loro primario (leggasi Cittadella), è di arrivare perennemente quarti. E' la posizione ideale per evitare da un lato gli investimenti che una qualificazione in Champions League comporterebbe e dall'altro le critiche che pioverebbero nel caso di piazzamenti meno lusinghieri.
Sbandierare in continuazione di avere il settimo monte ingaggi e il settimo fatturato della Serie A, e nonostante quello collezionare quarti posti in serie, è la tattica adottata dalla società per dimostrare quanto bene lavori e, automaticamente, per portare dalla propria parte quei tifosi che decenni di sconfitte hanno reso dei rassegnati perdenti cronici senza più alcuna ambizione.
Eppure anche nel calcio moderno dove i ricchi diventano sempre più ricchi e la forbice con chi ricco non è diventa sempre più ampia, non mancano esempi di squadre che, sovvertendo i pronostici basati sui fatturati, hanno conquistato titoli nazionali. Basti vedere l'Atletico Madrid, il Wolfsburg, il Montpellier, l'AZ Alkmaar, il Bursaspor, fino ad arrivare alla favola del Leicester. Non è così frequente ma, se capita una congiuntura di eventi favorevoli, bisogna essere bravi a sfruttare l'occasione o almeno provarci.
L'occasione per la Fiorentina si era materializzata quest'anno quando, nonostante un mercato estivo alla ricerca di plus-valenze e non di difensori (vergognoso che Sousa abbia avuto a sua disposizione solo 4 centrali difensivi per 3 posti), si è ritrovata a Natale a un solo punto dalla vetta della classifica.
A quel punto si sono sprecate le dichiarazioni di facciata dei cavalier serventi della società che promettevano, anche a fronte di un sacrificio economico, un paio di forti innesti grazie ai quali si sarebbe continuato a coltivare il sogno.
Beh, come si è concluso il mercato invernale è sotto gli occhi di tutti: nessun difensore di prima fascia acquistato, cessione di Suarez (ok, aveva deluso le aspettative ma restava un buon rincalzo, certo migliore di un Tino Costa perennemente infortunato), acquisto di Tello e Zarate (buoni giocatori ma non esigenza primaria della squadra) e soprattutto 7 milioni di saldo attivo. Alla faccia del sacrificio economico!
Un'altra bugia, l'ennesima in questi ultimi anni da parte di una proprietà che a parole si fa portatrice di serietà, rettitudine, correttezza, trasparenza, salvo poi essere pronta a rinnegare questi valori ogni qual volta intraveda la possibilità di un risparmio o di un ricavo.
Qualche esempio?
estate 2014: "Nonostante le numerose offerte ricevute, Cuadrado non partirà perché è il nostro regalo alla città di Firenze". Cuadrado verrà ceduto a gennaio. Per lo meno curioso che un regalo venga ripreso da chi lo ha fatto dopo appena 3 mesi.
maggio 2015: "Salah rimarrà a Firenze. Abbiamo pronti 18 milioni per riscattarlo dal Chelsea" e successivamente "di certo vi posso garantire che non giocherà in Italia". Salah gioca nella Roma e quei 18 milioni non si sono più visti.
agosto 2015: "D'accordo col mister non cederemo i pezzi migliori". Savic va all'Atletico Madrid nonostante Sousa lo avesse inserito nella lista degli incedibili.
ancora agosto 2015: "Joaquin rimarrà alla Fiorentina perché qui i contratti li facciamo rispettare". Nell'ultimo giorno di calciomercato Joaquin se ne va al Betis per una cifra irrisoria.
ottobre 2015: "se qualche squadra vuole Montella dovrà pagarci per intero la clausola rescissoria". La Sampdoria ingaggia Montella senza pagare un solo euro alla Fiorentina che però si disfa di un oneroso ingaggio.
Come se non bastasse questo, a ricoprire la società di ridicolo si sommano anche le numerose figuracce fatte in giro per il mondo con calciatori apparentemente già acquistati e poi incredibilmente sfumati. Si va da Berbatov a Milinkovic-Savic a Mammana. Vicende gestite in modo a dir poco dilettantesco, ma emblematiche del reale interesse della proprietà per la Fiorentina dal punto di vista sportivo.
Se insomma un tifoso accettasse di farsi prendere continuamente in giro e di firmare ogni anno per il quarto posto senza mai la speranza di migliorarsi, allora i Della Valle sarebbero i proprietari dei suoi sogni. Se invece il tifoso avesse una propria dignità e uno spirito critico unito a genuina passione di certo non lo sarebbero. Io che appartengo alla seconda categoria sto ancora aspettando che mi venga spiegato con precisione in cosa consiste il "progetto", parola con la quale ogni dirigente si riempie la bocca quando parla di Fiorentina.
E' per caso ancora quello, dichiarato da Diego Della Valle quando acquistò la società per 2 lire, che si sarebbe lottato per lo scudetto nel 2011?