venerdì 29 aprile 2005

Ora servono due imprese


Si sono disputate le gare di andata delle semifinali delle coppe europee e sono arrivate due sconfitte. Da pronostico, se vogliamo, ma due sconfitte che mi hanno lasciato l’amaro in bocca in quanto, seppure per motivi diversi, non possono essere archiviate senza recriminazioni.
Champions League:
il Milan partiva nettamente favorito ma sapevo che il PSV aveva le armi per imbrigliarlo e colpirlo di rimessa. Hiddink non ha certo avuto bisogno di snaturare la squadra per riuscirci. L’unica “concessione” è stata la rinuncia a Vennegoor a favore di Bearsley, più mobile e ritenuto più adatto a mettere in difficoltà la retroguardia rossonera. Per il resto è stato il solito PSV, molto accorto tatticamente, con poca distanza tra i reparti che ha subito il Milan solo nei primi venti minuti. Una volta prese le misure tutti si sono accorti (io non ne avevo mai dubitato) che van Bommel, Vogel e Cocu non hanno nulla da invidiare a Pirlo, Gattuso e Seedorf e nel resto del primo tempo non sono mancate occasioni anche per gli olandesi (due volte con Farfan). Il gol però lo ha segnato il Milan confermando che spesso, in barba a tutte le soluzioni tattiche, la differenza la fanno i singoli. Invenzione di Kakà, velocità di Shevchenko e 1-0. Probabilmente nessun portiere olandese avrebbe preso quel gol ma è questione di istinto e abitudine. Nella ripresa il PSV ha giocato molto meglio del Milan dando, paradossalmente, prova della sua più grande lacuna: la mancanza di uno scaltro uomo gol. Almeno cinque o sei volte la palla è arrivata pericolosamente dalle parti di Dida ma né Park (grandissima prestazione per quantità), né Farfan, né il subentrato Vennegoor hanno mai trovato lo spunto per metterla dentro. Van Bommel quando tentava la conclusione dalla distanza sembrava mirasse il centro della porta e quando crossava su palla ferma calciava ogni volta incredibilmente lungo, privando la squadra della possibilità di approfittare degli ottimi saltatori, più di una volta decisivi quest’anno. Il resto lo ha fatto uno sfortunato rimpallo che ha servito a Tomasson un comodo 2-0 mentre scoccava il novantesimo.
Coppa UEFA:
l’AZ si è presentata a Lisbona senza gli infortunati Meerdink, Mathijsen e Kromkamp (tutti nazionali, giusto per sottolineare la grande fortuna di questo periodo) oltre allo squalificato Opdam. Con una difesa completamente da inventare (mancavano tre titolari su quattro), Adriaanse ha schierato come centrali il centrocampista Buskermolen e il ventenne Vlaar mandando quest’ultimo sulle tracce di Liedson.Tutti si sarebbero aspettati una vittoria facile da parte dello Sportng che sarebbe partito favorito comunque ma gli olandesi, giocando per forza di cose molto prudenti e subendo per gran parte del primo tempo, sono riusciti a concedere poco di più che tiri dalla distanza. Il modulo dell’AZ è stato un 4-4-2 con van Galen e Nelisse attaccanti esterni e i centrocampisti pronti a inserirsi al centro. Lettura tattica perfetta perché proprio un inserimento di Landzaat portava avanti gli olandesi al 35esimo. Passato un minuto ho rivisto la fotocopia del secondo gol subito dal PSV: tiro, deviazione-assist e pareggio. Nel secondo tempo la partita è stata più equlibrata e due volate sulla destra di van Galen hanno messo paura ai portoghesi. Peccato che con il deludentissimo Ramzi in campo sia stato come giocare in dieci. Nel finale un gran gol di Pinilla e le ammonizioni di Buskermolen e Lindenbergh (saranno squalificati) hanno ulteriormente complicato il discorso qualificazione che rimane tuttavia aperto grazie ad una prestazione orgogliosa oltreché a un errore dello stesso Pinilla a tempo ormai scaduto.

lunedì 25 aprile 2005

PSV campione d'Olanda, con merito



Delle 13 partite sinora disputate nel girone di ritorno il PSV ne ha pareggiata una (ad Alkmaar) vincendo le restanti 12. E’ un dato più che sufficiente per rendere l’idea di quanto sia stato netto il dominio di questa squadra che già aveva concluso in vetta, seppure appaiata all’AZ, il girone di andata.
Onore quindi al PSV e a Hiddink che diventa il primo allenatore capace di aggiudicarsi per cinque volte il campionato olandese.

venerdì 15 aprile 2005

Visioni di quarti di finale




Lione - PSV        1-1    1-1 (2-4 rig.)

Villarreal - AZ    1-2    1-1



Ho visto il solido e ben organizzato PSV limitare il Lione e subire gol solo su autorete.
Ho visto Gomes insicuro su ogni palla che capitava dalle sue parti eppure compiere un vero miracolo su conclusione ravvicinata di Govou.
Ho visto Cocu andare in percussione e infilarla nell’angolo basso con un tiro maligno.




Ho visto Wiltord rendere la gara in salita agli olandesi già dopo dieci minuti.
Ho visto Alex scaraventare in porta con tutta la sua rabbia una palla vagante.
Ho visto 120 minuti di partita combattuta senza che nessuno si risparmiasse.
Ho visto Gomes parare due rigori ai francesi.
Ho visto il pressoché sconosciuto Robert realizzare quello decisivo.






Ho visto un’AZ spesso imprecisa e distratta ma sempre coraggiosa.
Ho visto un fendente di Landzaat gonfiare la rete e mettere paura agli spagnoli.
Ho visto Timmer mostrare come un trofeo il pallone subito dopo avere bloccato un calcio di rigore.
Ho visto un numero di Kromkamp e poi Nelisse mettere fine all'imbattibilità interna del Villarreal.






Ho visto un tiro di Perez insaccarsi dopo nemmeno dieci minuti come premio al sorprendente 3-4-3 schierato da Adriaanse.
Ho visto un'AZ anche fortunata ma disposta a soffrire e stringere i denti per tutto il resto dell'incontro.



Vedrò due squadre olandesi nelle semifinali. Non capitava da nove anni.

sabato 2 aprile 2005

Male l'Under 21


La brillante amichevole disputata a marzo in Inghilterra (vittoria per 2-1, reti olandesi di John e Rojer) aveva creato molto ottimismo intorno alla nazionale di Foppe de Haan ma quando si è ritornati a giocare con i punti in palio le cose non sono andate affatto bene.
Sconfitta in Romania  e pareggio casalingo con l’Armenia. Questo il responso delle due partite giocate in settimana che hanno allontanato dai primi due posti del girone di qualificazione un’Olanda non certo fortunata.
In Romania i padroni di casa hanno sbloccato il risultato con un rigore assegnato per un tocco di mano non si sa quanto volontario del difensore del Vitesse Jansen. Nel secondo tempo, disputato in dieci da entrambe le squadre (per gli olandesi espulso van Persie), ci sono state occasioni da una parte e dall’altra fino al raddoppio rumeno giunto a pochi minuti dal termine.
Contro gli armeni l’Olanda, dopo avere praticamente regalato il primo tempo, ha sfiorato ripetutamente il gol nella ripresa (clamoroso un palo di Huntelaar) ma nel finale è stato il portiere del Twente Pasveer, sostituto dell’infortunato Waterman, a evitare la beffa.
Per l’occasione de Haan ha potuto contare anche su de Jong, non convocato nella nazionale maggiore, che ha schierato nella prima partita come centrale difensivo al posto di van Mosselveld e nella seconda come centrocampista nel ruolo dello squalificato van Persie. In attacco, con John e Huntelaar che, non al meglio, non sono mai stati schierati insieme dall’inizio, hanno deluso Rojer (Vitesse) e Fafiani (Twente).